Gallarate, sprechi alla Camelot Commenta anche tu la notizia

GALLARTE Dibattito aperto sul caso sprechi alla Camelot. Il laboratorio pagato 200 mila euro e mai utilizzato, piuttosto che il preAsepe. Gli acquisti effettuati durante gli anni alla Camelot fanno discutere.«Questa è l’eredità di un passato non recentissimo, quando vennero generati sprechi che i responsabili dovrebbero spiegarci», afferma Giovanni Pignataro (Pd), «dal punto di vista politico c’è poco da dire, se non che occorrerà fare di necessità virtù». Ovvero dismettere le attrezzature inutilizzate.Resta il fatto che «queste situazioni ci raccontano alcuni modi un po’ allegri di gestione della cosa pubblica che il centrodestra ha portato avanti nel corso degli anni». Sempre dai banchi della maggioranza, Giovanna Quadrelli («Città è vita») lamenta che «ne scopriamo una dopo l’altra: pensavamo fossero finite, ma sembra non esserci limite». Tanto che «come cittadina mi chiedo da chi sia stata amministrata la mia città in questi anni». Il pidiellino Massimo Bossi invita però a evitare di «fare di ogni erba

un fascio». Ma soprattutto si chiede perché «ci si accanisce su 3SG e il Maga, mentre della fondazione teatrale non parla nessuno. Sarà che l’ex direttore artistico è un compagno e allora non si tira fuori nulla?».Adriano Gallina, infatti, alle recenti elezioni varesine si è candidato, senza successo, nelle liste di Sel. «Questa maggioranza non è in grado di governare e allora continua con la caccia alle streghe». Per Sandro Rech (Lega), invece, è tempo di rivendicazioni: «Da quando siamo usciti dalla maggioranza sosteniamo che la gestione della cosa pubblica è stata poco corretta». Tornando al presente, e all’appalto per la ristorazione scaduto da sette anni, «vigiliamo affinché non venga appaltato con i soliti modi, facciamo in modo che morto un papa non se ne faccia un altro. Ed ogni riferimento ad architetti apparsi sulla scena è voluto». Non è finita: «Perché l’attuale presidente difende l’operato del direttore generale, mentre una parte del cda lo contesta?».

b.melazzini

© riproduzione riservata