La natura sfrenata che sorprende l’occhio

COLMEGNA La natura inventa sfrenata, e l’occhio fatica a cogliere tutti i giochi di luce e colore, le irridenti geometrie, le sfumature infinitesimali di tinta, il succedersi interminabile di riflessi e bagliori.Tutto ciò traspare dalle sorprendenti fotografie che Floriana Bolognese scatta indagando con pazienza nel succedersi delle stagioni, girando per prati e boschi soprattutto in inverno, quando tutto sembra essere sospeso e senza tempo e il freddo si diverte a creare sculture estemporanee.Floriana, nata a Cantello e diplomata al Liceo artistico “Angelo Frattini” di Varese, professionista della stampa fotografica e docente di fotografia, cura minuziosamente ogni scatto, lavorato al computer senza per questo essere snaturato, fino a coglierne l’essenza, il significato più recondito.Ora la mostra “Acqua e ghiaccio, la natura nella natura”, organizzata dallo Spazio Lavit e in programma dal 30 settembre al 31 ottobre nelle sale dell’hotel Camin di Colmegna (vernice giovedì 6 ottobre dalle 17 alle 19) accoglierà una serie di opere in cui l’occhio si perde nell’infinita serie di particolari cromatici e compositivi, nella bellezza dell’insieme, nella magia di ciò che ci sta sotto il naso e solo pochi di noi sanno riconoscere.«Un

mondo che si lascia osservare vanitoso, sfoggiando ogni suo più brillante colore, ogni sua più oscura ombra; un mondo che si muove piano e che scorre come acqua, alimentando un’amorosa danza con lo sguardo», si legge nella brochure di presentazione, e l’occhio di Floriana Bolognese si apparenta a quello di molti pittori e nelle sue fotografie si percepiscono echi klimtiani, o suggestioni presenti in certe tele oniriche del francese Odilon Redon.Globi di luce imprigionati nel ghiaccio che, a saperlo guardare, inventa forme simili a piedi umani, cristallizza muschi e foglie secche, dona all’acqua tinte dorate e setose simili a oro fuso. Una fotografia che sarebbe piaciuta ai poeti simbolisti perché non contaminata – in questo caso dalla presenza umana – in cui la natura è modella e modellatrice, osservata e riprodotta ma non violata. La mostra è frutto di otto anni di lavoro attento e partecipe, portato avanti con la giusta autocritica fino a distillare il succo, il particolare pungente, la danza della luce in un globo di neve. Così, come scrive Floriana, «ogni scatto è reale, è l’essenza di ciò che ci è concesso vedere».

e.romano

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