Il deficit e la gestione della Rai

Leggo della assurda gestione di una grande azienda pubblica quale è la Rai. Il deficit è aumentato anno dopo anno e nessun presidente, amministratore delegato, consiglio di amministrazione, anche se pagati con stipendi strepitosi, sono stati capaci di correggerlo.Chi ha stabilito di assumere un Minzolini per 550mila euro l’anno, di sottoscrivere un contratto che riconosce a Sgarbi un compenso di 700mila euro l’anno per un programma trasmesso  per una sola puntata (a causa dello scarso interesse del pubblico), o chi ha riconosciuto ad un Giuliano Ferrara 1 milione e mezzo di euro

per i cinque fumosi minuti di “Radio Londra”, ed ancora chi ha deciso di pagare a Pippo Baudo, in panchina, 1 milione di euro l’anno, per non parlare delle munifiche elargizioni a Fabio Fazio, Roberto Benigni ed altri, merita di essere bandito da ogni pubblico impiego.  Il pareggio di bilancio la Rai lo deve raggiungere risparmiando milioni di euro dagli stipendi degli amministratori, da rimborsi e privilegi, da contratti da sogno, e facendo pagare il canone ai 5 milioni di utenti evasori.  Spero che il Governo Monti ci metta una pezza. 

Martino Pirone
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La Rai spende male le sue immense risorse. Usa non al meglio le tante professionalità (ce ne sono davvero tante) di cui dispone. Non sa (non vuole) svolgere il compito di servizio pubblico com’è tenuta a fare. E’ la maggiore azienda culturale del Paese, ma non è guidata dai migliori del Paese. In molti posti di comando siedono emissari dei partiti, amici degli amici dei partiti, raccomandati di

ogni genere e tipo. Mai nessun governo è riuscito a modificare l’andazzo. Anzi, a volte la sensazione è che sia l’andazzo della Rai ad anticipare le modifiche che riguarderanno gli equilibri di governo. E’ insomma un grande carrozzone politico, che gl’italiani pagano lautamente senza ricevere un adeguato servizio. Se si riuscisse a cambiare la Rai, si cambierebbe l’Italia. Ma la prima impresa sembra essere perfino più impossibile della seconda.

Max Lodi

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