VARESE Un’opera d’arte dalla forma fallica e un testimonial d’eccezione per finanziarne il restauro. Rocco Siffredi sarebbe onorato di sostenere la nostra amministrazione nel caso volessero davvero riportare agli antichi splendori la piscina di Villa Mylius. Costruita negli anni’50 da Pietro Porcinai, uno dei più famosi architetti e paesaggisti nel Novecento, la vasca versa oggi in uno stato di totale abbandono. Writers e vandali ne hanno fatto un facile bersaglio di incursioni notturne per fare le loro scritte con le bombolette spray.
Un vero peccato se si considera che la piscina di Villa Mylius è a tutti gli effetti un’opera d’arte, nonostante la forma fallica possa far arrossire i benpensanti. E il Rocco nazionale sarebbe lieto di poterne promuovere il restauro. «Già ci sono affezionato, anche se non l’ho mai vista – commenta Rocco Siffredi – Mi chiamano Mister 25 e sento di avere molto in comune con questa piscina, anche se i suoi venticinque sono metri e non centimetri di lunghezza. Abbiamo entrambe un indiscusso primato Italiano e sarebbe un peccato lasciare che il tempo la distrugga solo perché a qualcuno potrebbe non piacere il richiamo della sua forma».
Formata da due vasche tondeggianti, una accanto all’alta, che sfociano in un’altra dalla forma centrale fanno davvero pensare che sia stata realizzata da Porcinai intenzionalmente con lo scopo di rappresentare un pene. Gli stessi racconti della servitù che lavorava a Villa Mylius negli anni’50, riferiscono di una precisa richiesta del committente sulle fattezze della piscina, che sarebbe servita per stupire una giovane e famosissima attrice dell’epoca.
«Il fatto stesso che un’importante architetto l’abbia realizzata e un nobile committente finanziata la rendono degna di considerazione, a prescindere dalla sua forma – continua Rocco Siffredi – Credo, inoltre, che chi ha commissionato la piscina fosse una persona avanti anni luce rispetto a chi adesso potrebbe opporsi al suo restauro. Se l’obiezione fosse che ci sono opere più importanti per la città che hanno la precedenza, sarei d’accordissimo. Se le opposizioni al restauro di un’opera d’arte riguardano, invece, il richiamo della sua forma all’organo genitale maschile, allora credo che sia proprio per colpa di questo genere di persone che il Paese sta andando a rotoli». Polemiche a parte, Rocco sarebbe davvero onorato di spendersi in prima persona affinché l’opera di Porcinai non vada perduta. «Mi rendo da subito disponibile per promuovere una raccolta fondi – conferma Rocco – Parteciperei volentieri ad un evento a Varese destinato a trovare dei finanziatori con una mentalità sufficientemente aperta da riconoscere il valore artistico della piscina e l’importanza del suo restauro». Rocco a Varese per far tornare la piscina al suo antico splendore. Quando l’acqua zampillava dalle vasche rivestite da piastrelline in maiolica azzurra e blu e ci si tuffava da trampolini a forma di conchiglia realizzati con spesse lastre di porfido rosa di Cuasso al Monte.
Valentina Fumagalli
f.tonghini
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