Ma il tepore non riscalda i nostri cuori

Se colui che ha una certa predisposizione per le bionde è un tabagista, se uno vede spesso il fondo della bottiglia è un alcolista, chi si droga per vivere beatamente nel mondo dei sogni è un tossicodipendente, se il piacere nel farsi frustare è l’essere masochista, allora gli ossessionati da Berlusconi, tipo quel prete di don Gallo o quella politicante della Rosy Bindi, come possiamo definirli?

Enzo Bernasconi
Varese

Senz’altro dei sognatori. I sognatori appartengono a un mondo migliore del nostro, e credono (fermamente credono) di poter trasferire quel mondo in questo. Che ai loro occhi appare modificabile, e non c’è verso di piegarli alla rassegnazione, al desistere nell’intento. Di conseguenza si comportano. Agli antiberlusconiani il berlusconismo appare un ostacolo senza rimuovere il quale è impedita l’affermazione del sogno (e il curioso è che proprio Berlusconi nel ’94 s’annunziò come il portatore d’un sogno); i preti alla don Gallo mettono la fede al servizio dell’uomo e non il contrario, e in questo praticano anch’essi il tentativo del ritorno al sogno, cioè d’una rivoluzione spirituale, d’un giacobinismo mite e corrosivo; i politici come la Bindi sono poco, pochissimo politici nell’insistenza a far prevalere l’ideale sul materiale,

e pur esso è uno sforzo (vano) per volgere l’onirico in realtà. Si può essere in disaccordo sul pensiero, sulle parole, sugli atti di persone come queste; si deve ammettere che il loro prodigarsi è utile alla società. La società vive di dialettica, di confronti, di contrasti e perfino d’avversioni. Se tutto questo viene a mancare, manca anche la società. Perciò non serve demonizzare gli avversari della nostra visione del mondo e degli uomini; serve di più capirne la pulsione di servizio che li ispira. Magari per indurli in futuro a sceglierne una diversa. La democrazia è questo, se correttamente interpretata. Se no, è termocrazia: un tirare avanti nel tepore (spesso artificioso) del conformismo e dell’indifferenza. Un tepore che non scalda né i cuori né i cervelli.

Max Lodi

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