Non sono molto “studiato”. Ho frequentato la scuola dei Crapounards (del Giouanìn Crapoùn), però sono curioso e mi sono procurato un bigino di sociologia politica.Ho appreso che ci sono più forme di governo: la tirannia, l’aristocrazia, la teocrazia (deriva dal greco, theòs, dio, e kratìa, signoria), la monarchia (sempre dal greco:
mònos, solo e àrkho, comandare), l’oligarchia (sempre dal greco: olìgoi, pochi, e àrkho, comandare) e infine la (sempre greco: démos, popolo, e kratéo, comandare). Facevo sfoggio della mia erudizione con un amico che mi ha risposto: «Sei rimasto ai tempi del Carlo Coùdega. Dove le lasci la pappocrazia, la escortcrazia e l’eurocrazia?».
Oscar Breviario
email
L’eurocrazia non è il peggiore dei sistemi di potere effettivo (di governo reale?) possibili, ammesso che sia un sistema di potere o di governo politico oltre che finanziario.
L’euro è incolpato d’un sacco di guai, ma sarebbero molti di più in sua assenza. L’idea che abbia svestito del vecchio e solido valore il nostro soldo, la nostra liretta, è un’idea popolare e però irrealistica. Il danno non lo ha fatto l’euro, ma chi doveva sorvegliare che la sua introduzione non desse il pretesto a ingiusti arricchimenti. Nessuno controllò come avrebbe dovuto, ed evitò come era da evitare, l’equiparazione della lira all’euro, avvenuta nel commercio e poi altrove.
La pizza margherita che costava quattromila lire, costò d’improvviso quattro euro invece di due, come ci si aspettava che costasse. E così via. Parecchie difficoltà sono venute da lì, con i soliti lavoratori a reddito fisso, e i soliti pensionati a rischio fregatura, pesantemente svantaggiati. Il passaggio dalla lira all’euro avvenne con un governo di centrosinistra, subito dopo ci furono cinque anni di centrodestra. Ciascuno è in grado di farsi i conti in tasca e giudicare fino a che punto e da chi è stata tutelata la sua capacità di spesa, attenuata o aumentata la sua contribuzione fiscale, migliorata o peggiorata la sua qualità di vita.
Max Lodi
p.marengo
© riproduzione riservata