LUINO «È un grande onore per me ricevere questo premio». Paolo Villaggio, scrittore e attore ha ricevuto ieri al Teatro Sociale di Luino il Premio Chiara alla carriera.
Al suo ingresso in sala un applauso scrosciante in omaggio all’artista di lunga data che ha saputo far ridere generazioni di italiani. «La vostra è un’accoglienza imbarazzante e ho paura di deludere il vostro entusiasmo dopo che mi avrete sentito parlare».
Scherza, ironizza, racconta, diverte e si diverte con la sua barba bianca, gli occhiali, la tunica nera con giacca rosa. Duetta con l’amico luinese Massimo Boldi e con Claudia Donadoni, presentatrice storica della kermesse, vittima benevola con il fidanzato Matteo Inzaghi di domande impertinenti e giochi di parole sulla loro relazione.
Il risultato è un’ora fatta di tanti frammenti di una carriera che ha segnato la storia della comicità italiana. Ed è proprio per l’originalità con cui, attraverso la sua grottesca e dissacrante ironia, ha saputo evidenziare in scritti, al cinema, in teatro, in televisione vizi e virtù degli italiani che gli amici di Piero Chiara hanno voluto annoverare Paolo Villaggio nell’albo d’oro degli uomini che hanno fatto la cultura italiana. «Con queste zone c’è un legame particolare. Sul lago ho passato un mese intero per girare i “Promessi sposi”. E poi sono di qui due vecchi amici Massimo e Renato, speravo di vedere anche lui».
Dal palco viene ricordata anche la citazione varesina del primo libro di Villaggio che parla di Varese, «la punizione dell’attaccante genoano colpisce un cristallo di Boemia a Varese».
Tra i grandi meriti di Villaggio quello di aver creato la maschera di Fantozzi. «All’inizio il pubblico sa che è uguale al vicino di casa, al collega, poi col passare degli anni diventa il personaggio più amato perché è terapeutico, perché ha convinto gli italiani che la condizione di inadatto è comune a tutti e ha consentito il recupero della felicità. La funzione del comico è quella di stabilire una specie di amore per la scempiaggine, l’ignoranza, l’infantilismo. Il comico ha comportamenti infantili e fa tornare alla mente i ricordi più felici, quelli legati all’età della fanciullezza. Come Stanlio e Ollio che dopo quasi cento anni fanno ancora ridere proprio perché si muovono con gesti infantili. Anche Massimo ha una comicità che richiama questi tratti».
Tra i due artisti c’è vera sintonia, ammirazione e ironia reciproca: «l’ho conosciuto come già famoso e timidissimo, aveva una matassa di capelli alla Berlusconi e quando ha avuto più fortuna ha cominciato a perderli con il vantaggio di essere particolarmente brutto».
Mentre Massimo Boldi descrive così l’amico: «Villaggio è Villaggio, come Totò è Totò non si può descrivere. È una grande maschera della nostra comicità, un grande scrittore, un personaggio e un grande amico. Ci siamo conosciuti al Derby di Milano, nel tempio del cabaret: c’erano tutti i più grandi comici Cochi e Renato, Villaggio. È stato lui che mi ha dato l’opportunità vera per entrare in questo mondo, fu lui a cercare di insistere per farmi lavorare e presentare al pubblico. Perciò ti devo dire grazie».
Non manca l’occasione per una battuta d’attualità sulle recenti dichiarazioni di Napolitano che auspica per il prossimo presidente della Repubblica una donna: «una nuova presidentessa è pericolosa: potrebbe essere un cesso», ha detto Villaggio.
Elena Botter
e.marletta
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