GALLARATE Gli islamici sono tornati in via Varese. Ormai da qualche tempo ferve l’attività all’interno dello stabile, chiuso anni fa dall’allora sindaco Nicola Mucci. «Pregano», lamentano i vicini. «Stiamo solo ristrutturando», ribatte il portavoce dei musulmani Hamid Khartaoui.
«Hanno cominciato questa primavera, la sera e nel fine settimana – racconta una signora che vive nella zona – facevano dei lavori: vedevamo che uscivano con i secchi carichi di laterizi, che caricavano direttamente sulle loro auto». Alla fine «hanno scaricato un bancale di piastrelle». E in effetti, da un buco nella vetrata del portone di ingresso, si può vedere un pavimento in cotto.
Non esattamente la pavimentazione tipica di un capannone. Da un’altra finestra, invece, si vede uno scaffale pieno di libri. Sul dorso dei volumi si scorgono delle scritte in arabo. Chi vive da queste parti non vede di buon occhio il ritorno dei fedeli di Allah: «Con questa storia della moschea tutti gli immobili qui intorno perdono di valore», lamenta un uomo.
Tanto che, raccontano, le aziende che si trovano a fianco del capannone di proprietà della comunità islamica hanno presentato un’offerta per acquistarlo. Ma la loro proposta è stata rifiutata. Bene, ma gli islamici che ci fanno all’interno del capannone? «Una sera sono passato davanti al portone, era aperto: li ho visti a terra inginocchiati, stavano pregando».
È proprio per questo motivo che, ormai sette anni fa, l’allora sindaco Mucci emise un’ordinanza di chiusura dell’immobile. Il piano regolatore lo individua come zona produttiva: per questo non è possibile utilizzarlo come luogo di culto. La destinazione d’uso non è cambiata, né gli islamici hanno presentato richieste di modifica. Il punto è che le ordinanze hanno una scadenza: se non vengono rinnovate, perdono effetto.
«Ma quale preghiera? Stiamo solo facendo dei lavori di ristrutturazione – afferma però Khartaoui – Abbiamo cominciato perché lo stabile, chiuso da tempo, cadeva a pezzi. Si erano formate delle macchie di umidità, abbiamo dovuto verniciare». E i libri? «Ce n’erano tanti: qualcosa abbiamo salvato, altri li abbiamo dovuti buttare perché rovinati».
Khartaoui non sa che la Lega Nord ha presentato una mozione su questa situazione. A chi glielo dice, però, risponde: «Il Carroccio parla di noi? Perché non parla di quel ragazzino che, senza una laurea, prendeva 12mila euro in Regione?».
Riccardo Saporiti
s.affolti
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