Povero Gobetti, così attuale ma inascoltato

In passato dopo un periodo di negazione di qualsiasi autorità ritornavano al potere i poteri precedenti che nell’immaginario comune erano poteri peggiori di quelli rivoluzionari. La restaurazione era vista in maniera negativa dai più senza privilegi. Oggi questa restaurazione in atto è invece migliorativa rispetto al potere degli ultimi 20 anni di decadenza totale della politica quindi potrebbe essere

appellata come ”rivoluzione” rispetto all’immobilismo di quattro lustri. L’aumento delle tasse è il retaggio dei quattro lustri di dissipazione. Su sprechi e privilegi si intravedono gli albori, se alla prova dei fatti i professori saranno all’altezza senza timori e ripensamenti di portare a termine quella restaurazione rivoluzionaria la crescita sarà la conseguenza della rivoluzione liberale. Come la chiamava Gobetti.

Francesco Degni
Varese

Povero Gobetti, del quale proprio oggi ricorre l’anniversario della nascita (centoundici anni fa a Torino): grandi idee, piccolo seguito. Gl’intellettuali che gli voltarono la faccia, i politici che lo circondarono di viltà, la dittatura che lo perseguitò sino a renderne precaria la salute e farlo morire. Ma anche dopo, a democrazia conquistata, che scarsa passione verso il suo illuminato pensiero. A proposito di rivoluzione liberale scrisse: «Essa pone come base storica di giudizio una visione integrale e rigorosa del nostro Risorgimento; contro l’astrattismo dei demagoghi

e dei falsi realisti esamina i problemi presenti nella loro genesi e nelle loro relazioni con gli elementi tradizionali della vita italiana; ed inverando le formule empirico-tradizionaliste del liberismo classico all’inglese, afferma una coscienza moderna dello Stato». Tutto questo non è mai avvenuto, stiamo ancora aspettando che lo Stato si dia una coscienza moderna. Per molti decenni (compreso l’ultimo) s’è rivelato uno Stato incosciente, e ora siamo costretti a pagarne le conseguenze. Con il dubbio che i sacrifici attuali non garantiscano certezze per il futuro.

Max Lodi

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