CARDANO AL CAMPO «Vogliamo sapere perché il piccolo Samuel se n’è andato così all’improvviso». A parlare è Maurizio, lo zio di Samuel Mancini, il fratello di Sara Farioli, la mamma del bimbo di 16 mesi vittima di un’intossicazione alimentare nella notte tra sabato e domenica mentre era in ferie nella casa vacanze di famiglia a Lanzo d’Intelvi, sopra Como. «Siamo tutti sconvolti, distrutti» racconta l’uomo, che ieri ha accompagnato i familiari al Sant’Anna di Como dove ancora giace il corpicino di Samuel in attesa dell’autopsia.
«Mio cognato Paolo non riusciva nemmeno a guidare l’automobile. È stata una tragedia, ma adesso vogliamo capire cosa davvero sia successo e perché Samuel se n’è andato in questo modo».
Lo zio del piccolo parla dalla casa dei genitori di via Favana a Busto Arsizio, i nonni materni Gianfranco Farioli e Annamaria Riganti, originari di Strà Casan, che erano anche loro a Lanzo: per questo ieri in via Favana si sono presentati carabinieri e Asl per prelevare campioni delle uova del pollaio di casa. «Avevano preparato l’insalata di riso come fanno sempre, con un vasetto di verdure e la mozzarella acquistati al supermercato e con le uova del pollaio – ricostruisce la vicenda il fratello di Sara Farioli – l’hanno mangiata a pranzo e si sono sentiti tutti male, così nel pomeriggio sono andati in farmacia a procurarsi dei rimedi per la nausea e il vomito e dei fermenti lattici. Poi in tarda serata si è sentito male anche il bambino». La commozione è tanta nel raccontare i fatti, ma non nasconde la determinazione nel voler capire «il perché» della tragedia. «Quando ieri gli inquirenti hanno portato via i campioni del cibo, la vaschetta dell’insalata di riso puzzava parecchio, ma le uova non avevano quel sapore di zolfo che di solito fa capire che sono andate a male» aggiunge il fratello di Sara. Agli inquirenti sono stati consegnati anche i documenti su un piccolo problema cardiaco di cui aveva sofferto Samuel dalla nascita, ma che dall’ultimo controllo effettuato a marzo sembrava superato. «Aspettiamo l’autopsia e speriamo tutti di poter riavere al più presto Samuel per celebrare il funerale».
Genitori e nonni intanto stanno meglio, almeno fisicamente, anche se hanno ancora un po’ di subbuglio nella digestione, postumi dell’intossicazione.
Sara e Paolo sono rientrati temporaneamente nella casa di via Trento a Cardano, dove vivono insieme già da quattro anni: prima la convivenza, poi l’arrivo del bambino e il matrimonio. «Bravi ragazzi, che lavorano – li descrivono i vicini di casa, increduli – sempre affettuosi e premurosi con il loro bimbo». Da qualche mese Samuel frequentava l’asilo nido Oreste e Piero Bossi di Cardano al Campo, solo al mattino. Li conosce bene don Bruno Perego, il parroco di Cardano che ha sposato Sara e Paolo e battezzato il piccolo Samuel, e che chiede riservatezza e preghiere per i suoi parrocchiani colpiti dalla tragedia.
Intanto si sa che era stata preparata in casa il giorno prima, l’insalata di riso che sarebbe la causa della tragedia di Samuel. La Procura di Como ha aperto un fascicolo d’inchiesta in cui si ipotizza – a carico di ignoti – il reato di omicidio colposo. Nel tentativo di ricostruire cosa possa aver causato la morte del bambino e comprende se vi possano essere state responsabilità di qualcuno.
L’inchiesta della magistratura è un atto dovuto, dopotutto gli stessi inquirenti – salvo clamorosi colpi di scena – non sono così convinti che il dramma di Lanzo possa nascondere responsabilità. Ma inevitabilmente è necessario essere sicuri sulle cause della morte del piccolo Samuel Mancini.
E così i carabinieri della stazione di Lanzo hanno cominciato a sequestrare tutti gli ingredienti utilizzati per preparare l’insalata di riso. A cominciare dai vasetti di verdure sott’olio e dalle confezioni di tonno, recuperata nell’abitazione di Cardano della famiglia del piccolo Samuel. Il riso era stato conservato in frigorifero, tranne che per il tragitto tra Cardano e la residenza estiva in valle d’Intelvi, dove il riso era stato subito messo nuovamente in fresco. I carabinieri hanno voluto approfondire con esattezza cosa fosse stato usato per preparare il piatto. È così emerso che le uova sode erano state prese direttamente all’interno del pollaio di un parente. La Procura ha disposto accertamenti anche sul pollaio (quello dei nonni a Busto), in attesa degli esiti dell’autopsia, affidata ieri al medico legale dell’ospedale Sant’Anna, Giovanni Scola.
s.bartolini
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