VARESE Se cadesse la Regione, cadrebbe anche Varese. La Lega deve stare molto attenta. Perché l’epoca della città giardino dipinta di verde padano politico sembra proprio tramontata. Questa è l’interpretazione del Pdl, alleato di governo della giunta Fontana. Che, dopo la spaccatura sugli emendamenti al bilancio, chiarisce la posizione.«C’è stata confusione durante la seduta – spiega il segretario cittadino del Pdl Aldo Colombo (formigoniano) – ma niente di strano se i nostri consiglieri hanno votato per un emendamento dell’opposizione. Negli anni scorsi la maggioranza ha sempre cercato di essere sensibile e di condividere le scelte, accettando proposte del centrosinistra. Soprattutto, nel caso dei fondi spostati sulle scuole materne, su un tema che ci sta a cuore. Mi sembra sia un dato positivo che il bilancio sia stato approvato in una sola giornata, mai successo in quindici anni».Ma, dalla disputa, si apre uno scenario politico che cambia le carte in tavola. E Colombo non lo nasconde. «Non credo ci sia la volontà di fare un governissimo a Varese – chiarisce il segretario cittadino – Tuttavia, in un momento difficile per la politica come è questo, è chiaro che, per scelte importanti, siano chiamate a partecipare e a trovare condivisione su temi importanti tutte le
forze politiche responsabili. Chi poi si vuole chiamare fuori, fatti suoi». Un siluro alla Lega. Poi Colombo aggiusta il tiro: «Nessuno pensa a un’alleanza con il Pd, mentre con l’Udc la faccenda è diversa, abbiamo sempre detto di mantenere il rapporto con loro, che si è interrotto non certo per nostra volontà». Tra l’altro, il voto varesino – avvenuto nello stesso giorno in cui il quasi segretario della Lega Roberto Maroni e il segretario lombardo Matteo Salvini ventilavano la possibilità di una fine anticipata della giunta regionale di Roberto Formigoni, lascia pensare.E il Pdl varesino non nasconde che la tenuta dei due enti è legata l’una all’altra. «È ovvio che una fine dell’esperienza di governo regionale potrebbe avere ricadute anche a Varese – sottolinea Colombo – Non è automatico, ma è anche una possibilità. Ora, ritengo che nella Lega ci siano persone come Attilio Fontana che non vogliano assolutamente andare in questa direzione. Ma forse altri preferiscono strumentalizzare i problemi».Colombo non nasconde poi «che qualche fibrillazione nell’area del capogruppo Ciro Grassia e di Giampaolo Ermolli c’è». Ma non entra nel merito. Eppure nel Pdl gira voce che, dopo i fatti del consiglio, qualcuno voglia sosituire il capogruppo laico. Voci, appunto. Almeno per ora.
s.bartolini
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