VARESE Da oggi, chi non ha il conto in banca non ha più il diritto di ricevere la pensione. E i sindacati di categoria combattono su due fronti: da un lato la protesta, dall’altro con un servizio di consulenza speciale sui principali prodotti e servizi bancari e sulla loro corretta gestione. Questo l’effetto forse più paradossale del così detto obbligo della tracciabilità imposto dalla manovra Monti e destinato ad abbattersi su centinaia di pensionati varesini che percepiscono un reddito basso, appena superiore a mille euro al mese, che avevano scelto di ritirare in contanti direttamente allo sportello postale ogni mese.Una scelta che sinora gli ha permesso di vivere senza dover tenere d’occhio estratti conto, imparare interminabili codici iban, codici pin per l’accesso al bancomat e poi carte di credito, investimenti: tutti servizi costosi e ai quali non erano e non sono interessati. Servizi che potranno continuare a non utilizzare ma che dovranno comunque pagare se vogliono ancora ricevere quella pensione che si sono guadagnati con quarant’anni di lavoro.E questo perché, dal primo luglio, gli sportellisti degli uffici postali non sono più autorizzati a rilasciare in contanti pensioni pari o superiori a mille euro: possono solo accreditarli su un conto corrente, bancale o postale, o su una carta di debito. Chi non ce l’ha dovrà aprirlo. «É un provvedimento
che grida vendetta – commenta Umberto Colombo, segretario provinciale Spi Cgil – Anche questa volta, in nome di un obiettivo condivisibile come quello di migliorare la tracciabilità del denaro per combattere l’evasione, si attuano dei provvedimenti ingiusti che vanno a colpire i pensionati con redditi bassi. Come se fossero loro a evadere le tasse».Ma non è solo una questione di obiettivo perché, se da un lato è difficile pensare di recuperare denaro inevaso sui redditi da pensione su cui le tasse vengono trattenute all’origine, dall’altro si crea un danno economico e lesivo della libertà delle persone: «In pratica si obbligano le persone anziane ad usufruire di servizi bancari con cui avevano deciso di non avere nulla a che fare, e che comportano per loro dei costi aggiuntivi e in molti casi una perdita di autonomia», aggiunge Colombo. E il riferimento è soprattutto alle persone più anziane quelle che, con maggiore difficoltà, affrontano le novità e il cambiamento di abitudini: «Chi non ha dimestichezza con operazioni e strumenti bancari finirà con il diventare dipendente dei parenti più giovani per accedere ai soldi della pensione che prima ritirava in posta», spiega il collega della Cisl, Marino Pattini. Per questo il sindacato pensionati della Cisl ha messo a disposizione un servizio di consulenza bancaria ad hoc, per aiutare i tesserati in difficoltà.
s.bartolini
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