Varese– Prosegue la nostra inchiesta nel mondo delle banche, e dopo la Bcc ora Intesa Sanpaolo, molto presente e radicata sul nostro territorio, racconta quello che sta accadendo nel rapporto banca impresa.
A partire dalla mancanza di liquidità lamentata dalle imprese: «In questa fase di recessione dobbiamo considerare che la domanda di credito da parte delle aziende è diminuita, quindi sono calati gli investimenti» spiega Emanuele Zerega Direttore Area Lombardia Ovest di Intesa Sanpaolo. In tutto questo «il nostro sostegno non è comunque mancato, i nostri impieghi nel 2011 sono cresciuti del 4% a Varese e in Lombardia il nostro Gruppo ha riversato sulla clientela il 58% di quanto incamerato con la maxi asta della Bce». Intesa Sanpaolo è una banca ben patrimonializzata sottolinea Zerega «e non ha problemi di liquidità quindi non ci sono vincoli all’erogazione del credito: sicuramente prima di concederlo facciamo valutazioni più articolate e attente, tenendo ben presente quali sono le prospettive di sviluppo dell’azienda, i progetti futuri e la loro realizzabilità».
La situazione non è rosea per nessuno e questo comporta una certa difficoltà di comunicazione, anche se, sottolinea Zerega «i vari accordi che abbiamo preso con le associazioni di categoria locali sono volti a sostenere il sistema produttivo di Varese e a sviluppare un dialogo sempre più puntuale». Tra questi, ricorda Zerega «a dicembre del 2011 abbiamo rinnovato l’accordo con Univa che prevede anche per Varese un plafond di 1,6 miliardi di euro per lo sviluppo delle Pmi: la più evidente testimonianza del nostro continuo sostegno al tessuto imprenditoriale del nostro territorio». Intesa Sanpaolo ha poi predisposto per le imprese il “Diagnostico”, un software che consente di valutare la propria situazione economica-finanziaria e la sostenibilità delle proprie scelte imprenditoriali: «Obiettivo di questo servizio – spiega Zerega – è proprio quello di migliorare le capacità di dialogo e di negoziazione tra banca e impresa e di individuare insieme gli strumenti finanziari più idonei alla strategia di crescita dell’azienda». E poi ancora «abbiamo sottoscritto un accordo con Confartigianato Lombardia e sono già partiti i tavoli operativi volti a stimolare le alleanze e le collaborazioni formali tra imprese».
Molto è stato fatto, tanto c’è ancora fare: «Le imprese di Varese, come del resto in generale le imprese manifatturiere oggi hanno una pesante eredità di sovrapproduzione da smaltire, difficoltà nel risollevare i margini di redditività e soffrono di scarsa capitalizzazione» spiega Zerega. Un problema che può essere fronteggiato insieme: «Noi ci siamo impegnati nell’assistere le aziende che devono affrontare queste problematiche ad esempio accompagnandole su nuovi mercati per ridare fiato alle vendite e abbiamo messo a punto delle linee di finanziamento volte a favorire i processi di rafforzamento patrimoniale delle Pmi: fatto uno l’intervento da parte dell’imprenditore, il nostro intervento è fino a quattro. In questo modo l’azienda ricapitalizzata potrà gestirsi con maggiore tranquillità, senza angoscia». Nel contesto attuale servono dunque tre prerequisiti per poter competere conclude Zerega: «Dimensione media da far crescere, l’equity per affrontare i continui cambiamenti e capitale umano da migliorare».
Silvia Bottelli
p.rossetti
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