VARESE La mobilità per 84 alla BTicino è un segnale amaro, ma il punto non è quando e come la ripresa ci sarà.
È lapidario il presidente della Provincia Dario Galli. Che osserva con preoccupazione la situazione economica del Varesotto. «Sono convinto e mi auguro – spiega, relativamente alla BTicino – che tra cassa e pensionamenti, si arriverà alla soluzione meno impattante possibile. Il problema vero però è un altro. Continuiamo ad assistere alla perdita di posti di lavoro senza che queste persone vengano riassorbite come accadeva un tempo».
Un problema generalizzato e strutturale, di fronte alle quali le istituzioni locali si trovano «con zero competenze e risorse, mentre il Canton Ticino incamera l’80 per cento della tassazione». Ha insomma da investire. E la differenza pesa sempre di più. «Lo dico sempre – rimarca Galli – questa è una zona dove la fiscalità è reale. Tutti pagano le tasse». Ma qui nulla resta, a differenza appunto della
vicina Svizzera dove non a caso – insiste il presidente – non si dirigono più solo i lavoratori, ma anche le imprese. Una concorrenza leale (contrapposta all’altra dei paesi asiatici), e tuttavia non meno dannosa per la realtà varesina.Bisogna cambiare le regole del gioco» è l’analisi di Galli, per il quale gli 84 della BTicino oggi saranno chissà quanti per altre realtà domani, se il sistema resta questo.
m.lualdi
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