Varese – Accompagnare tutti alla pensione in modo che nessun lavoratore licenziato da Bticino corra il rischio di rimanere senza reddito. Su questo hanno trovato accordo azienda e parti sociali ieri mattina nel primo incontro che di fatto apre la trattativa sindacale dopo la decisione del gruppo di mettere in mobilità 84 dipendenti. Ma durante il vertice si è aperto un nuovo fronte, quello legato ad alcune attività minori giudicate improduttive da Bticino che quindi intende esternalizzarle. Proprio questo aspetto sarà al centro della discussione del prossimo incontro convocato per il 26 settembre.
Ieri l’azienda ha avuto modo di ribadire ai rappresentanti sindacali le ragioni che l’hanno portata a decidere la prima procedura di mobilità della sua storia. A cominciare dalla riduzione del 30% dei volumi produttivi dovuta alla crisi dell’edilizia civile, punto di riferimento per gli apparecchi realizzati nello stabilimento di Varese. C’è poi il costo elevato della manodopera che incide molto sulle lavorazioni a maggior contenuto manuale e da qui la proposta di «trasferire all’esterno, almeno in parte, alcune mansioni come imbustaggio e assemblaggio».
Per quanto riguarda la gestione degli esuberi, i sindacati hanno ribadito la necessità di definire un percorso con il minor impatto sociale possibile. Il che significa puntare sull’accompagnamento alla pensione per tutte le 84 procedure di mobilità avviate (22 impiegati e 62 operai).
p.rossetti
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