Il pieno a Varese è alle stelle E i benzinai scendono in piazza

VARESE Carta sconto per Busto Arsizio e Gallarate. Non è confermata ma in dirittura d’arrivo se, come prevede la Figisc-Confcommercio, passeranno le loro proposte nel decreto sviluppo che sarà votato in Parlamento tra una decina di giorni.

Tra le più interessanti per la provincia di Varese, appunto, figura l’estensione territoriale della fascia di confine che ha diritto allo sconto fino a 35 chilometri dal valico. «Rientrerebbero alcuni grandi Comuni del Varesotto tra cui Busto Arsizio – dice la rappresentante regionale, Daniela Maroni – ma anche la zona di Sondrio, del lecchese e della Brianza che prima ne erano escluse. Inoltre abbiamo chiesto di variare giornalmente lo sconto in base al prezzo in Svizzera». Quest’ultima misura in effetti era già prevista da almeno due anni, ma non è mai stata attuata. «L’ambasciata italiana non ha mai fatto il monitoraggio dei prezzi, adesso speriamo che faccia il suo lavoro. Il nuovo software che hanno i benzinai è già in funzione».

Nel frattempo, con 1,811 euro al litro è di nuovo record per il prezzo della benzina a Varese, e la Faib-Confesercenti scende in piazza. Domani mattina davanti alla sede della Prefettura, in piazza Libertà, è prevista l’adunata dei benzinai che stanno scontando gli effetti degli ultimi, pesantissimi rincari, almeno quanto i portafogli dei loro clienti.

Sosterranno in quella sede il loro «no all’aumento ingiustificato del prezzo dei carburanti», e «no a questa finta liberalizzazione che non concede nulla al libero mercato», chiedendo invece l’introduzione dello sconto variabile per le fasce di confine insieme all’estensione della Crs anche al diesel. Misure promesse e previste da un paio d’anni, ma mai concretizzate.

Adesso i benzinai le reclamano pubblicamente, visti i loro margini di guadagno che si sono fatti risicati, un po’ perché i clienti comprano meno litri di carburante, un po’ perché diminuiscono numericamente per la convenienza del rifornimento in Svizzera.

«Nel corso del 2011 – spiega Paolo Longo, presidente della Faib Varese – abbiamo registrato un calo del 30% rispetto al 2010, e nel primo mese del 2012 il 50% rispetto all’anno precedente».

La situazione ha portato numerosi impianti sulla soglia della chiusura e ha fatto scattare alcuni licenziamenti. «Non si possono chiedere sacrifici ad una categoria che dal 1998 ad oggi ha mantenuto lo stesso margine lordo, e ricordo che il margine dei benzinai è sui litri venduti e non sul prezzo». Il prezzo però nel frattempo è salito, ad esclusivo vantaggio delle compagnie petrolifere e dello Stato, per l’aumento sia delle accise che dell’Iva. Uno dei distributori più cari a Varese ieri risultava quello della Total sulla Sp1 in zona Schiranna, con 1,811 euro per la benzina e 1,763 per il gasolio; meno cara come di prassi invece l’area cittadina, con il massimo di 1,754 per la benzina e di 1,701 per il diesel della Erg in via Sanvito.

Alla manifestazione di domani comunque non parteciperanno i benzinai di Confcommercio. «Lasciamo libero di lavorare chi sta portando a casa i risultati invece di manifestare inutilmente e in ritardo» dice Daniela Maroni. «Se si voleva scioperare si doveva fare molto prima, quando questi professori hanno introdotto le accise – spiega – inoltre siamo assolutamente contrari alle liberalizzazioni. Nel 90% delle nostre stazioni di servizio i gestori hanno l’attrezzatura in comodato d’uso gratuito dalla compagnia perché vendano il prodotto con il loro marchio. In un impianto medio l’attrezzatura vale 700-800 mila euro».
Francesca Manfredi

s.bartolini

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