Protestano i lavoratori pubblici Venerdì nero: disagi in arrivo

VARESE Dipendenti pubblici in sciopero nella giornata di domani. Uno sciopero nazionale, contro la “mannaia della spending review del Governo Monti che si abbatte sui servizi e sul lavoro pubblico”. In pratica, “abbiamo già dato”: questo il messaggio con cui i sindacati del pubblico impiego, Fp-Cgil, Flc-Cgil, Uil-Fpl e Uil-Pa, chiamano lavoratrici e lavoratori pubblici allo sciopero generale. Sono previsti disagi negli uffici di Comuni, Provincia e di tutti i servizi collegati a questi enti (come ad esempio la raccolta differenziata, non garantita a Varese), ma anche nelle varie agenzie statali (Territorio, Entrate, Monopoli, Dogane) e all’interno delle aziende ospedaliere, dove il personale medico sanitario garantirà i contingenti minimi. Disservizi ridotti al minimo, invece, negli asili nido e nelle scuole: allo sciopero nazionale hanno aderito solo le maestre e gli insegnanti iscritti alla Cgil.Così, anche da Varese i manifestanti di Cgil e Uil partiranno in treno alla volta di Roma. «Quello che stride – commenta il segretario generale Uil, Antonio Albrizio – è che il pubblico impiego venga visto come un obiettivo da penalizzare: colpito quello, tutto si risolve. Non è così». Secondo il responsabile provinciale Fp-Cgil, Giancarlo Ardizoia, siamo solo all’inizio della serie di tagli che verranno operati nel pubblico impiego e che si ripercuoteranno su tutta la cittadinanza. «Le prime ricadute della

spendig review – spiega – colpiscono il personale privato che opera negli enti pubblici con un taglio del 5%. A rischio quindi, i servizi mensa, i servizi di pulizia di ospedali e uffici, la ristrutturazione edilizia degli edifici». Ma c’è anche la riduzione del personale della Pa che – come sostiene Daniele Ballario, segretario Uil-Spl – «viene fatto sulla base di indicatori non ancora noti. Di fatto si prospetta una riduzione della mobilità del personale». Paradossale anche la situazione della sanità: «Secondo la spending review, in provincia avremo una riduzione di circa 180 ai 200 posti letto per acuti all’interno delle aziende ospedaliere. Inoltre, secondo la riforma del lavoro del ministro Fornero, i contratti di lavoro a tempo determinato di 12 mesi (o inferiori ai 12 mesi) non possono essere prorogati e devono trascorrere 90 giorni tra la fine di un contratto e l’attivazione di uno nuovo». «In più l’azienda ospedaliera non può assumere a tempo indeterminato se non ha l’ok dalla Regione – prosegue – Nell’azienda ospedaliera di Busto Arsizio sono 150 i dipendenti precari, di cui 70 medici (a fronte di 500) e 80 dipendenti del comparto (infermieri e Oss). La mia sensazione è che Gallarate abbia delle percentuali più elevate di precariato, mentre Varese sia in linea con Busto».

s.bartolini

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