VARESE Avevano inventato anche un loro marchio i falsari della griffe, o presunti tali, che la guardia di finanza ha arrestato la scorsa settimana nell’ambito di una vasta inchiesta contro la produzione e diffusione di merce contraffatta. Dalle pieghe dell’indagine emergono curiosità che, secondo l’accusa, direbbero molto delle capacità “imprenditoriali” di alcuni degli arrestati. Uno dei quali, in una delle tante intercettazioni telefoniche registrate dalla guardia di finanza, parla di un certo Nobile. E dice: «Il Nobile lo hanno lasciato andare… Hanno preso il resto».Il Nobile, per l’esattezza «Luca Nobile» era il marchio registrato che i vertici dell’organizzazione avevano inventato, e depositato, per contrassegnare i prodotti grezzi in corso di lavorazione, in particolare polo e pullover. Se qualcuno li avesse fermati, come era capitato in occasione di quella frase pronunciata al telefono subito dopo un controllo delle fiamme gialle, nessuno avrebbe potuto contestare nulla, visto che gli abiti erano marcati. Peccato che, una volta a destinazione, al chiuso di un capannone e lontano da occhi indiscreti, etichette e bottoni venissero staccati per fare spazio a quelli “taroccati”, completando così la lavorazione di un prodotto che della griffe originale riproduceva già taglio e foggia. Difficile dire quanto il metodo abbia fruttato all’organizzazione prima che i finanzieri di Ponte Chiasso
mettessero fine al traffico. Con certezza si sa soltanto che il marchio «Luca Nobile» serviva per mimetizzare i falsi di Burberry e Fred Perry e che probabilmente non si tratta dell’unico a disposizione del gruppo.Intanto, mentre proseguono le ricerche delle due persone che, sabato, risultavano ancora irreperibili benché colpite da ordine di custodia, in carcere hanno perso il via i primi interrogatori di convalida degli arrestati, dieci in tutto. Domani saranno sentiti anche Eugenio Lobefaro, 42 anni di Triggiano (Ba) ma residente a Mornago, in provincia di Varese, e l’insospettabile Michele Lombardi, operaio tessile di Tavernerio (Como) che al lavoro in tessitura aveva affiancato questa seconda, redditizia attività. Trentanove anni, incensurato, originario di Maddaloni, nel Casertano, Lombardi è ritenuto uno dei punti di riferimento della filiera. Era lui, scrive il gup Alessandro Bianchi nell’ordinanza di custodia che ne ha disposto l’arresto, a muovere le fila del gruppo, «promuovendo, organizzando e dirigendo le singole attività» di tutti i collaboratori della filiera, e «mantenendo i contatti con clienti e fornitori di materia prima», individuando gli artigiani in grado di effettuare le lavorazioni, i luoghi di stoccaggio e infine la rete di vendita al dettaglio. Assistiti dall’avvocato Pierpaolo Livio, Lombardi e il suo braccio destro Lobefaro saranno interrogati domani mattina.Stefano Ferrari
s.bartolini
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