L’azzardo è un male di Varese Bruciato più di un miliardo

VARESE Un miliardo e 200 mila euro spesi nel 2011 dai varesini per il mercato dei giochi e delle scommesse: una spesa pro capite di 1.446 euro, di cui 1.074 inghiottiti dalle slot. La provincia di Varese detiene, tra tutte le province d’Italia, la posizione numero sette per quanto riguarda il gioco alle “macchinette mangia soldi”. Segue poi il gratta e vinci con un investimento annuo di 138 euro procapite e il lotto, con 117 euro. Perdono fortemente di interesse le scommesse legate al mondo dell’ippica dove vengono spesi annualmente solo 1,58 euro pro capite. In base ai dati raccolti da Agicos, la nostra provincia ha avuto un incremento del 24,5% rispetto al 2010 nel mercato del gioco d’azzardo. I dati del 2012 sono ancora in fase di rielaborazione, ma secondo l’associazione Azzardo e Nuove Dipendenze (And) i numeri sono destinati a aumentare. «Soprattutto vista l’alta diffusione di nuovi giochi online – spiega Daniela Capitanucci, presidente onorario dell’And – Lo scorso agosto sono stati introdotti nuovi giochi, come il poker online in versione cash. Prima di questa ‘novità’ non era possibile rilanciare puntata su puntata, ma ci si iscriveva con una quota fissa a un torneo». Dal Texas Hold’em alle scommesse sportive, fino alle videolotterie. Lontani da occhi indiscreti e nella solitudine del divano di casa, il rischio è di esaurire

completamente le carte di credito senza accorgersene. La povertà accresce il rischio di cadere in comportamenti devianti. Il numero di disoccupati nella nostra provincia è in costante aumento e, spesso, quando le prospettive si attenuano, lo sconforto può assalirci. Allora si cerca di dimenticare, in vario modo. C’è chi lo fa bevendo e chi lo fa giocando. I varesini risultano sempre più dediti al gioco d’azzardo, tant’è che non si esita a parlare di ludopatia. Il gioco compulsivo, o gambling (dall’inglese gioco d’azzardo), pone guadagni “possibili” e partite da giocare in cima alle priorità. Una trappola “per dimenticare” a portata di mano e sempre più condivisa soprattutto dagli adulti. I condottieri di questo esercito che cresce in modo allarmante sono casalinghe disperate e minorenni. Infatti, secondo un recente studio dell’Asl il 53% degli studenti varesini ha giocato almeno una volta nella vita, il 33% nell’ultimo anno e il 16% nell’ultimo mese. Un adolescente su quattro scommette almeno una volta alla settimana e l’11% è a rischio di gioco compulsivo. Così nella provincia di Pavia, capitale indiscussa nel “consumo” di macchinette mangia soldi, sta pensando a una certificazione “family” che i comuni attribuiscono ai locali che si impegnano a togliere dalle sale slot machine, gratta e vinci e scommesse di ogni tipo, sulla scia di quanto intrapreso a Trento o a Bolzano.

Gli approfondimenti e la testimonianza di un uomo che ne è uscito sul giornale in edicola lunedì 7 gennaio

s.bartolini

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