Il Fisco che spia i redditi mette sotto stress i varesini

VARESE Si potrà non temere per una bottiglia speciale al ristorante, anche costosa, pagando in contanti. Ma se si avesse una vecchia Porsche in garage, magari di seconda mano, da usare soltanto la domenica, bisognerà fare attenzione al Fisco.
L’esempio limite non riguarda certo la stragrande maggioranza della popolazione, ma descrive le paure un po’ di tutti i varesini di fronte al Redditometro, il nuovo strumento in mano all’Agenzia delle entrate che consentirà al fisco di passare al setaccio le spese delle famiglie per stanare i possibili evasori.

C’è chi già si preoccupa perché possiede un cavallo a pensione, chi teme per la spesa sostenuta a favore di un soggiorno all’estero del figlio o per l’acquisto di un elettrodomestico in più. Anche le vacanze o l’abbonamento alla pay tv, saranno indicatori di un tenore di vita da potersi permettere.
«Il Redditometro è una sorta di studio di settore per famiglie, con indubbi vantaggi per il recupero dell’evasione» dichiara Ermanno Werthhammer, presidente del consiglio dell’Ordine dei commercialisti di Busto.
«Potrà essere utilizzato anche su circa un milione di nuclei familiari che dichiarano redditi pressoché nulli o molto vicini allo zero a fronte di esborsi rilevanti e ricorrenti (secondo i dati dell’Agenzia delle entrate)». Werthhammer se lo augura: «Si spera che non si vada a colpire i soliti noti, con il risultato di ridurre ulteriormente i consumi e di creare defatiganti contenziosi, ma che si possa finalmente stanare i veri evasori».
Cento le voci di spesa, raggruppate in 11 tipologie (alimentari e abbigliamento; mobili, elettrodomestici; combustibili ed energia; trasporti; comunicazioni; abitazione; istruzione; tempo libero, cultura e giochi; sanità; auto) che aiuteranno a ricostruire il tenore di vita degli italiani. Non si potrà spendere più di quanto non si abbia in tasca. Ma l’allarme rosso scatterà solo se le spese del contribuente preso in considerazione si discosteranno più del 20 % dalla cifra che il fisco ritiene congrua. A quel punto, si aprirà il contradditorio con l’Agenzia delle Entrate durante il quale il cittadino dovrà dimostrare di non essere un evasore.
«Il contraddittorio avrà un ruolo essenziale; dovrà essere improntato su un sereno, realistico e costruttivo confronto», appunta il presidente Werthhammer.
Che aggiunge: «Il vero problema sarà dimostrare le spese non sostenute, in quanto un contribuente può avere tipologie di spesa personale o familiare diverse dalle medie Istat (ad esempio, non spende quel tot all’anno per il parrucchiere, ndr)».

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s.bartolini

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