Fiori d’arancio di domenica Palazzo Borghi dice sì

GALLARATE Secondo l’antico adagio, è meglio evitare il martedì ed il venerdì. Se poi non si vuole costringere testimoni ed invitati a prendere un giorno di ferie, rimaneva solo il sabato. Sì, perché da oggi ci si può sposare anche la domenica.Almeno in comune, visto che la giunta ha deciso di accogliere le richieste di alcune coppie di poter convolare a giuste nozze nel giorno di festa per eccellenza. Certo, aprire Palazzo Borghi di domenica rappresenterà un costo non indifferente nel budget della coppia: 500 euro se almeno uno dei due futuri coniugi è residente a Gallarate, 600 se marito e moglie non sono cittadini dei Due Galli.Una cifra ben più significativa dei 120 euro che si pagano per sposarsi negli altri sei giorni della settimana. «Questi soldi serviranno a pagare gli staordinari di chi apre il comune, dell’addetto dell’ufficio anagrafe che

deve assistere la cerimonia, eventualmente le spese di riscaldamento», spiega il vicesindaco Angelo Senaldi.Al momento non sono molte le richieste di un rito civile la domenica: appena tre, anche se una potrebbe essere celebrata già nelle prossime settimane. Una piccola parte dei circa 70 matrimoni che ogni anno vengono effettuati in municipio. Ma chissà che questa possibilità di officiare la cerimonia la domenica non riesca ad attirare qualche coppia in più, magari da quei comuni che non offrono questo servizio.Tanto più che secondo l’annuario statistico 2011 diffuso qualche settimana fa dall’Istat, in un quadro che vede calare il numero di matrimoni officiati ogni anno, la percentuale di quelli civili supera quelli religiosi, almeno nelle regioni del Nord Italia. E chissà che l’apertura domenicale di Palazzo Borghi per celebrare le nozze non contribuisca ad alimentare la statistica in favore del rito civile.Riccardo Saporiti

f.artina

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