GALLARATE «Mi disse che avevo l’anca storta e che per guarirla mi avrebbe dovuto sedare. A quei tempi però ero minorenne e mia madre non diede il permesso all’operazione». Nella storia di Roberto Benatti, il pornomassaggiatore accusato di aver violentato nel sonno i suoi pazienti, c’è anche chi si è salvato dalle sue grinfie grazie alla madre. Chissà: forse fu istinto materno, forse semplice buon senso. Nell’udienza che si è tenuta martedì nel tribunale di Busto Arsizio sono stati sentiti altri due pazienti del sedicente fisioterapista. Il primo, rispondendo alle domande del pubblico ministero Raffaella Zappatini, ha raccontato una storia già sentita. Nel 2004 l’incontro con il dottore, segnalato da un amico, per curare una pubalgia. Le sedute di tecaterapia e poi la proposta di una particolare trazione, per raddrizzare il bacino. «Mi disse che era storto e doveva sottopormi a delle trazioni, particolarmente dolorose. Per quello avrebbe dovuto sedarmi». La famosa “mossa”. A dire il vero qualcosa mise in allarme l’uomo. «Mi disse che il
farmaco avrebbe potuto provocare eiaculazione. La cosa, sinceramente, mi sembrò strana». L’operazione, però, ci fu. L’uomo si presentò in serata a casa di Benatti, lui lo fece addormentare e poi ne abusò. «Mi sono risvegliato la mattina dopo, senza ricordarmi nulla». Ha raccontato l’uomo in aula. Solo dopo la scoperta delle strane pratiche del dottore, l’uomo trovò anche la sua foto all’interno dello schedario a luci rosse di Benatti. Un altro ragazzo, sentito ieri in aula, fu più fortunato e si salvò. Nel suo caso la madre non acconsentì all’operazione. Nella prossima udienza, il 30 gennaio, verrà ascoltato il consulente che ha scritto la perizia tecnica e un dottore, per analizzare dal punto di vista medico le pratiche utilizzate da Benatti. A fine gennaio si inizieranno ad ascoltare anche i primi testimoni delle parti civili. L’avvocato Alberto Talamone, difensore dell’imputato, ha infatti acconsentito ad acquisire tutte le testimonianze che i pazienti fornirono, al tempo, davanti alle forze dell’ordine. Si torna in aula il 30 gennaio.Tiziano Scolari
f.artina
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