La Cimberio campione d’inverno non fa drammi per il ko interno con Venezia. L’emergenza infortuni pesa e il bilancio rimane sontuoso, come sottolinea il presidente Cecco Vescovi: «Alla vigilia avremmo firmato tutti per molto meno. Due sconfitte su 15 partite, pazzesco: un ruolino da Siena dei tempi d’oro».
Lettura positiva di domenica: nonostante le defezioni si è avuto il pallone della vittoria.
Al completo avremmo vinto. Ma anche così c’è di che gioire: ragazzi come Rush e Polonara, al netto di alcuni passaggi a vuoto, hanno fatto esperienze importanti da protagonisti, che torneranno buone più avanti. Abbiamo perso due punti, ma in futuro avremo più giocatori pronti.
Lettura negativa: la panchina è decsiamente corta.
Per forza, con assenze di quel calibro. Sapevamo che prima o poi sarebbe successo: meglio prima che poi. Peccato che si siano fatti male contemporaneamente due elementi di peso, pure pari ruolo.
Impossibile tappare la falla con un gettonaro?
Sì, finché un regolamento assurdo impone di pagare per un tesseramento temporaneo gli stessi 11.500 euro di un tesseramento stagionale. Noi non siamo nababbi e non regaliamo soldi alla Federbasket: facciamo con quel che abbiamo, a costo di faticare un po’.
I gufi esultano, Masnago è caduto.
Ci fa piacere: vuol dire che non ci considerano più una sorpresa estemporanea, ma una realtà con cui fare i conti. Andando sui campi mi accorgo di questo rispetto per Varese: ci dà motivazioni in più, ma se lo viviamo come un punto d’arrivo è la volta buona che sbrachiamo. Viceversa, recuperati Ere e Banks torneremo quelli di prima, in barba ai gufi.
La vittoria più bella?
Quella di Milano: perché ottenuta contro una corazzata e con mezza squadra menomata dall’influenza. Ma sono state tutte belle: abbiamo dato spettacolo, con quattro-cinque minuti irresistibili ogni volta.
È la differenza col passato: ci si diverte.
La vera svolta è nella gioventù e nell’atletismo del roster. Scelte precise, che in passato non avevamo fatto perché la solidità societaria ci interessava più dei risultati eclatanti. In questo terzo anno del consorzio ci siamo concentrati sul lato tecnico. E in estate baderemo a migliorare ancora: confermando i confermabili, stabilizzando il budget, mantenendo questo livello di risultati.
Se lei fosse un dirigente di Siena, Cantù o Milano?
Spererei di incontrarci il più tardi possibile nei playoff. Specie se avremo la bella in casa: passare a Masnago è difficilissimo.
All’Olimpia sono sicuri che rinasceranno nel derby di Coppa Italia.
Beati: fossi in loro, non sarei così felice dell’incrocio. Vedo che esultano per il successo di Brindisi come se fosse una semifinale di Eurolega: a me non sembra un’impresa. Al Forum, tra un mese, i favoriti saranno loro: perché giocano in casa e devono conquistare lo scudetto. Noi saremo solo gli sfidanti.
Da 15 anni, tranne una volta, i campioni d’estate coincidono coi campioni d’inverno.
Non credo alla cabala, ma accolgo il buon auspicio. Campionato più scarso? No, più equilibrato: noi, Sassari e Roma abbiamo portato una ventata di freschezza che ci voleva. Alla lunga torneranno a galla Siena, Milano e Cantù. Noi saremo pronti: non crolleremo nel ritorno, come diverse meteore del passato.
C’è un neo in tutto questo?
A società, squadra e pubblico è impossibile chiedere di più. Alla città, invece, sì: ci sono ancora due spazi liberi sulla maglia. Sponsor che ci consentirebbero di chiudere il budget e magari di prendere un giocatore in più per i playoff.
Quanto costano?
Chi è interessato mi chiami, le cifre sono trattabili.
Stefano Affolti
b.melazzini
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