CASTIGLIONE OLONA Scritti sul registro degli indagati ci sarebbero tre nomi. Secondo gli investigatori, avrebbero responsabilità nella morte di Ramaj Kujtim, l’operaio albanese di 42 anni residente a Lomazzo intossicato mentre stava effettuando lavori di manutenzione all’interno della fognatura.
La disgrazia era avvenuta martedì, attorno alle 16.30, in via XXIV Maggio, a Castiglione Olona. Con Kujtim lavorava un collega di 29 anni, Marco Garbin, nato a Tradate ma residente a Lonate Ceppino. Quest’ultimo è ricoverato nel reparto di rianimazione del Circolo. È gravissimo, ma le sue condizioni sono stabili: i medici sono moderatamente ottimisti sul fatto che possa riprendersi. L’indagine è stata affidata al sostituto procuratore di Varese Massimo Baraldo che ha disposto l’autopsia sul corpo: verrà eseguita oggi. Gli indagati sarebbero il legale rappresentante dell’azienda per cui lavoravano Kujtim e il collega, il responsabile della sicurezza e una terza persona estranea alla ditta.
Sul caso intanto prendono posizione anche i sindacati dei lavoratori. «Le morti sul lavoro non avvengono mai per una fatalità». Un duro monito: «Si tratta del terzo morto per lavoro del 2012 in provincia di Varese. Forse sarebbe bastato un semplice dispositivo di prevenzione per salvarlo». A parlare è Oriella Riccardi, responsabile Sicurezza della
segreteria Cgil di Varese, che parla del tema della sicurezza nei lavori in appalto: «Se fossero state applicate le disposizioni di legge si sarebbe evitata la tragedia. Una morte sul lavoro o un infortunio grave sono un dramma non solo per una famiglia, ma per la collettività. È una sconfitta di tutti».
b.melazzini
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