Londra, 2 feb. (Ap) – Centinaia di lavoratori della centrale
nucleare britannica di Sellafield hanno proclamato uno sciopero
di 24 ore per protestare contro l’utilizzo di operai italiani e
portoghesi nella raffineria di Lindsey.
I lavoratori britannici si erano rivolti anche a Facebook per
organizzare scioperi selvaggi evitando il controllo
dei sindacati: oltre 5mila persone si sono unite a un forum
dove viene espresso sostegno ad azioni di protesta illegali.
I lavoratori hanno minacciato di boicottare gli 850 distributori
della Total – proprietaria della raffineria di Lindsey – nel
Regno Unito, mentre non è escluso che oltre a Sellafield gli
scioperi possano interessare anche gli impianti in costruzione di
Staythorpe e Isle of Grain, progetti in cui verrebbero utilizzati
operai spagnoli e polacchi.
La crisi potrebbe avere pesanti ripercussioni sul governo del
premier Gordon Brown, che aveva promesso “posti di lavoro
britannici ai cittadini britannici”: l’esecutivo laburista ha
sottolineato come le leggi europee non si posano cambiare, anche
se Downing Street ha intenzione di valutare con attenzione
l’applicazione delle regolamentazioni per escludere pratiche di
dumping salariale ai danni dei lavoratori britannici.
Secondo le procedure dell’Ue infatti le imprese straniere che
utilizzano il proprio personale per progetti a termine in un
altro Paese devono far sì che questi abbiano gli stessi diritti
dei lavoratori locali: una tesi contestata da Peter Hain, ex
Ministro del lavoro laburista secondo il quale “non è possibile
che i lavoratori italiani (della raffineria di Lindsey, ndr)
abbiano avuto le stesse condizioni e salario che sarebbero
spettati ai britannici, dati i costi di viaggio, alloggio e
trasporto sul luogo di lavoro”.
Mgi
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