VARESE L’abbraccio di papa Ratzinger anche per i ragazzi varesini e le loro famiglie.Tra gli oltre settantamila che hanno accolto allo stadio San Siro Papa Benedetto XVI erano presenti anche centinaia di giovanissimi della nostra città che hanno ricevuto il sacramento. Una folla degna di un concerto rock che il pontefice ha esortato a impegnarsi, perché: «La santità è la via normale del cristiano: non è riservata a pochi eletti, ma aperta a tutti».«La formula è stata quella classica dell’annuale ritrovo organizzato dalla diocesi di Milano. Questa volta però era arricchita dalla presenza del Santo Padre», racconta don Luca Sorce che ha accompagnato i 120, ragazzi e adulti, delle quattro parrocchie della comunità don Gnocchi.Genitori, fratelli, catechiste, educatori, madrine e padrini hanno condiviso la gioia di questo incontro straordinario.«È sempre un momento prezioso perché in maniera molto efficace, visibile e fisica si capisce quanto sia grande la diocesi. Non è uno stare insieme per fare numero. È un ritrovarsi a pregare insieme che dà l’idea di essere un corpo solo, pur essendo in 70 mila, in una dimensione corale riuniti per lo stesso motivo». Un’unità sottolineata anche dalla simbologia del mare ricreata grazie alla vela che riportava il nome di ciascuna parrocchia, una flotta pronta a partire seguendo lo slogan “Prendi il largo con Pietro”.Con i ragazzi il pontefice ha pregato ricordando, oltre al loro percorso di iniziazione cristiana, il tema del VII Incontro mondiale delle Famiglie, motivo della
sua visita a Milano.Li ha poi invitati a puntare in alto, a grandi obiettivi, e a mettersi in ascolto. Un percorso da compiere non in solitudine, ma «con la forza delle Spirito Santo».«C’era un bellissimo clima – ricorda don Stefano Silipigni che accompagnava il gruppo di 150 delle tre parrocchie della comunità Sant’Antonio. «Il fatto che non fosse un incontro come gli altri è stato subito chiaro. I ragazzi hanno vissuto questa visita con entusiasmo e attesa».Un’atmosfera di unione e comunione che è riuscita a emozionare persino i veterani e i più diffidenti. «Quando sono state mostrate le bandiere del mondo, cui l’annuncio cristiano è rivolto, tutto lo stadio, è stato pervaso da un forte clima di mondialit໫Un appuntamento di queste dimensioni è importante per tanti motivi. In primo luogo perché i ragazzi sono abituati a ragionare nella piccola dimensione delle parrocchie e degli oratori. In questo caso, invece, hanno una visione d’insieme molto più ampia. Il secondo è proprio per il clima della festa e l’universalità, la coesione in mezzo a tanti popoli».Un esempio di unità e cooperazione da riportare anche a casa. «È un modello che si può riproporre anche nelle nostre comunità: siamo diversi, ma possiamo collaborare. Nell’idea che se ognuno fa la sua parte si possono raggiungere begli obiettivi».Ieri sera, per la veglia di preghiera, il Papa ha raggiunto l’aeroporto di Bresso, dove oggi celebra la messa, appuntamento conclusivo del VII Incontro mondiale delle Famiglie.
s.bartolini
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