Calcio, il Varese secondo 2-1 in rimonta al Lanciano

VARESE Un monumento a Neto. Date la palla a lui, che sa che cosa farne. Imposta, rifinisce, realizza. Un gol da favola, zuccata sotto misura su assistenza di Damonte, e un invito in carta dorata a Kone. Che si presenta con l’incursione vincente, di prepotenza, spettacolare. Due a uno, Varese capolista virtuale, e chi l’avrebbe detto. Si conferma l’impressione dell’esordio con l’Ascoli: la squadra ha un’innervatura di qualità, può andare lontano. Se ci

va con Filipe e Damonte invece che con Corti e Kone (entrati a match avanzato, chissà perché), se ci va con Kink in panchina (boh), se ci va con Ebagua che guarda dalla tribuna, a maggior ragione potrà andarci a ranghi più completi e affidabili. Ieri sera bene la difesa, così e cosà il centrocampo per un’ora, strepitoso Neto, cedevole la spalla (Momenté e poi Eusepi), solo sufficiente Nada, geniale come al solito Zecco.

Possiamo essere contenti, il che non c’impedisce di non esserlo del mercato biancorosso. De Luca andava ceduto o per un mucchio di soldi o perché lasciato ancora un anno in biancorosso da imprestato: nessuna delle due. De Luca, Granoche e Rivas, tridente-spettacolo l’anno scorso (pur se Granoche fallì spesso l’infallibile, e pur se Rivas era esterno andante al centro e non punta vera) e oggi tridente non sostituito: è arrivato Kink, punto. A margine: pure Plasmati, all’occorrenza, fece la sua parte, e Plasmati è partito; quanto a Martinetti, riutilizzarlo da deluso non sarà l’idem di quando sbarcò a Masnago entusiasta. Infine l’adios a Terlizzi e Cacciatore e il rimpiazzo con Rea e Carrozzieri, giocatori sperimentati e però nuovi all’intesa.

Il colpo giusto è in mezzo al campo, dove Kone dà il cambio a Kurtic. Kurtic non poteva non andarsene, Kone avrebbe anche potuto non arrivare. Ha lavorato bene la società. Meno meno a proposito di Ebagua, la cui situazione andava chiarita prima che s’iniziasse il campionato. Il risultato è che Ebagua ha contro

una parte della tifoseria, non suscita ovazioni tra i compagni (l’idea ch’egli si ritenga meritevole di ben altro che il Varese ha effetto deleterio su chi per il Varese dà l’anima) e mette a disagio l’allenatore. Un disagio dal quale Castori va tolto: i bracci di ferro sono prova di debolezza politica. Anche nel calcio.

Max Lodi

s.affolti

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