Cipri’, successo a Venezia “Nel mio film la crisi italiana”

VENEZIA – l primo dei tre film italiani in corsa per il Leone d’oro della Mostra di Venezia è una tragedia familiare surreale che si è meritata otto minuti di applausi. “È stato il figlio” di Daniele Ciprì (dal romanzo di Roberto Alajmo del 2005) racconta come una famiglia venga rovinata per una riga sulla fiancata dell’auto nuova. I Ciraulo vivono del lavoro del padre Nicola (Toni Servillo) operaio e non si possono permettere molto. Un giorno la figlia minore, Serenella, è uccisa per sbaglio da sicari di mafia e, dopo una lunghissima attesa, ottengono un risarcimento economico che li proietta all’improvviso nel benessere. Ma una nuova tragedia è incombente. Tutto è raccontato con una struttura narrativa articolata e soluzioni visive molto belle dal regista, noto per Cinico Tv e per i film

anni ’90 (“Lo zio di Brooklyn” e “Totò che visse due volte”) con Franco Maresco, e direttore della fotografia anche per Marco Bellocchio.«È un film su un dramma di una famiglia italiana – ha spiegato il regista – Rivendendo in montaggio il personaggio di Nicola Ciraulo mi faceva pena. È il capo di una famiglia che non ha prospettive, che elimina i propri figli. Ho cercato di stare sulle facce, ritraendo la loro disperazione. Il finale è da tragedia greca e forse accade perché è una famiglia matriarcale dove comanda la nonna. Eliminano i problemi per sopravvivere, come accade oggi nel nostro Paese. La sento come se fosse un’anticipazione dell’apocalisse dei comportamenti umani». Guarda qui il trailer del film di Ciprì e leggi una sua intervista su La Provincia in edicola il 2 settembre.

c.colmegna

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