Malpensa – «Con tutti i soldi buttati in consulenze inutili è incredibile che Sea non si fosse accorta della enorme violazione che stava commettendo in spregio delle norme comunitarie»: Dario Balotta, responsabile dei Trasporti per Legambiente non è tenero con il management di Sea.
«Nessuno ha detto che le continue ricapitalizzazioni avvenute dal 2002 al 2010 fossero “aiuti di Stato” per ben 360 milioni. Quel che è peggio è che il management e l’azionista pubblico rappresentato prima da Albertini e poi dalla Moratti con il benestare delle forze sociali dormissero il “sonno dei giusti”». L’ex sindacalista definisce «obsolete, oltre che ambientalmente devastanti, le policy di Sea».
Dunque, la prima revisione critica è «l’abbandono del master plan che prevede un inutile dispendio di 1,3 miliardi di euro per la terza pista e la maxi cargo city, nuovi soldi buttati senza una chiara prospettiva di ritorno economico», punge Balotta. «Più che andare da Monti a chiedere l’impossibile annullamento del provvedimento Ue è bene puntare sullo sviluppo di Sea nel rispetto delle norme comunitarie e nazionali oltre che dell’ambiente. Abbandonando l’inutile cementificazione di 440 ettari di suolo nel parco del Ticino», chiude il portavoce del Cigno Verde.
A. Ped.
p.rossetti
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