Tra un mese finisce il mondo Pronte maschere anti gas e feste

VARESE «Ho seguito un corso di primo intervento online, sto comprando scatolette di cibo a lunga conservazione e ho recuperato un defibrillatore e una maschera antigas». Così, Marcello Tarantino si sta preparando al 21/12/2012: la data che, secondo la credenza New Age basata sul Popol-Vuh (uno dei principali documenti storici sul corpus mitologico dei Maya) coinciderebbe con l’arrivo di un cataclisma che spazzerà via il nostro mondo. Oggi, a un mese da questo tanto discusso ed ipotetico evento, anche i varesini iniziano a mettere le mani avanti. Marcello ha 29 anni ed è un varesino approdato a Londra. «Sono sempre stato molto scettico in merito a questa profezia – spiega con una vena autoironica – Poi, con il passare del tempo e alla luce delle catastrofi naturali che continuano a susseguirsi imperterrite nell’ultimo periodo, ho iniziato a credere che qualcosa potrebbe veramente succedere. Lo so che può sembrare sciocco ma se mai succederà qualcosa, non sarò del tutto impreparato».A far cambiare idea al varesino-londinese, che non crede che il mondo finirà a causa dell’arrivo degli alieni, le teorie catastrofiste dell’uomo mascherato che compare nel programma televisivo Misto, Adam Kadmon, basate sulla Cabala (tradizione esoterica della mistica ebraica). «Secondo Adam, per il 21 dicembre 2012 è in

arrivo un’espulsione di massa che dovrebbe aprire un varco nella magnetosfera, caricandola di plasma. Avrebbe così inizio la più grande tempesta magnetica che abbia mai colpito il pianeta terra». C’è poi anche chi, affronta la tanto millantata prossima Apocalisse secondo il motto “goditela finché puoi”. È il caso di Andrea Serafini di Carnago. «Invece di prepararmi al 21 dicembre – racconta – ho deciso di passare l’ultimo anno a godermi la vita: se mai succedesse qualcosa, non voglio avere il pentimento di aver passato l’ultimo anno di vita a fare lo schiavo del sistema lavorando per costruirmi un futuro con delle sicurezze economiche». Andrea aveva seriamente preso in considerazione l’ipotesi di essere organizzato nell’eventualità di un cataclisma. «L’investimento economico per realizzare un bunker, per fare scorte di cibo a lunga conservazione e di acqua, oltre all’acquisto di un generatore elettrico, di benzina e di impianti di depurazione sarebbe stato fuori dalla mia portata».Così, ha deciso che se qualcosa di apocalittico dovesse accadere e lui dovesse riuscire a uscirne vivo, cercherà di migrare nel luogo del pianeta meno colpito dalla catastrofe e di arrangiarsi con mezzi di fortuna. Ci sono poi coloro che intendono attendere l’alba (o la fine) di un nuovo mondo partecipando a una festa.

Gli approfondimenti e il parere degli esperti sul giornale in edicola mercoledì 21 novembre

s.bartolini

© riproduzione riservata