Sabato, dopo due giorni di paralisi cittadina, con il sole il sindaco di Roma Alemanno è sceso in campo. Su tutte le reti televisive ha annunciato che il Comune ha messo a disposizione presso i centri di raccolta le pale. Migliaia e migliaia di pale con cui i cittadini possono andare a spalare la neve. Ha sfatato così la diceria che la politica è lontana dai cittadini. C’è infatti un feeling tra le pale di Alemanno e i cittadini…
Francesco Degni
Varese
Alemanno ha proposto della figura del sindaco, e più in generale d’un uomo delle istituzioni pubbliche, un esempio in armonia con il clima: rabbrividente. Anziché darsi da fare in silenzio, dopo non aver previsto né coordinato nulla d’adeguato di fronte all’emergenza neve, ha speso ore e ore in un pluridichiarazionismo televisivo solo preoccupato di difendere il proprio ruolo. Ieri, poco dopo mezzogiorno, il top: s’è lanciato in un’invettiva contro la protezione civile – cioè contro un’importante branca dell’amministrazione dello Stato – tacciandola di fannullismo e incapacità. Uno spettacolo avvilente, assolutamente all’altezza (alla bassezza) della pessima reputazione di cui purtroppo, per tanti versi, godiamo nel mondo. Al mondo si è offerta un’occasione in più per riderci dietro, perché abbiamo mandato per l’ennesima volta in scena i nostri peggiori difetti: l’avventurismo, la deresponsabilizzazione, i livori personali, l’assenza d’un purchessia senso dello Stato pur di fronte alla gravità d’una situazione.
Non tutti gl’italiani, e non tutti i sindaci italiani, sono come Alemanno, ma saranno purtroppo accomunati in un liquidatorio dileggio di massa dopo i ripetuti show interpretati al primo cittadino della capitale. Monti e il resto del governo possono affannarsi fin quando vogliono a predicare la sobrietà, l’etica responsabile, la coscienza civile e il resto che di buono ci dovrebbe ispirare; ma fino a che dovremo dipendere anche dalle scelte e dagli umori d’un Alemanno, continueremo a rimane una miseranda Italietta.
Max Lodi
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