VARESE Le fondamenta vengono piantate dagli operai. Poi, a completare l’opera, servirà un colpo di genio (o un paio) a gennaio. L’unica squadra al mondo è sempre lì, aggrappata all’eterno pezzetto di stella in attesa da anni sulla punta del Campo dei Fiori. Ha già dato tutto, ma non ancora il meglio. Vedrete quando si leverà i cerotti e medicherà le ferite. Sotto le bende, intanto, batte il cuore di sempre.
Tre vittorie casalinghe consecutive (zero gol subiti), 9 punti su 12, Nada che si affianca ai grandi della squadra per continuità e capacità di spaccare le partite (due di fila). Tutto accade senza il profeta Neto Pereira, mentre là fuori c’è un mondo che non sa ancora che esistiamo, e che a gennaio ci proveremo.
Basterebbe un vice-Neto più giovane, magari da pescare in prestito su una panchina di A dove fa la muffa, grazie all’amicizia tra patron. La stessa panchina e lo stesso stadio dove l’anno scorso fu forse il migliore in campo, togliendo metà serie A al Varese. E poi un Damonte coi piedi buoni, non perché non basta Damonte ma perché quando caleranno le forze, nei playoff ci andrai con la classe (Ebagua, Neto, Zecco, mister X e forse pure mister Y come Kurtic, Rivas e De Luca).
Continuiamo a sentire sbuffare i criticoni, sperando di non esserlo diventati anche noi. Pieni di limiti e botte, nonostante la psicosi della rimonta, siamo quarti con quattro punti regalati. Castori non ragiona col senno del poi, o degli altri, ma col suo e per questo non gli imputiamo nulla: crede in ciò che fa e trasmette anche a noi questo suo credo. Gli diamo un consiglio: la psicosi dei 2-2 con Bari ed Empoli la batterà quando, togliendo Zecchin, inserirà Kink e non Troest. Ha ottenuto tutte le promozioni, dalla terza categoria alla B, e il Varese è specialista nel regalare quello spicchio di vita che manca a ciascuno per sentirsi un uomo completo o migliore.
Toscano, il loro allenatore, prende a schiaffi il Varese («Non mi è piaciuto, meglio noi. E l’arbitro…») ma a parte la traversa in un primo tempo da rimborso del biglietto, contiamo un palo di Nada, un tacco di Nada e un’inzuccata di Carrozzieri davanti alla porta umbra. Sommando le occasioni, fa 3-1: per chi, lo indovini Toscano.
Andrea Confalonieri
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