Cimberio, l’istinto vincente e la reazione dei grandi

VARESE E alla fine è arrivata, quasi a levare un peso dalle spalle e dire: bene, Varese, adesso vediamo di che pasta sei fatta. È arrivata la prima sconfitta dell’anno, a interrompere una striscia di nove vittorie (venti, contando anche il precampionato), a mettere pepe su un campionato sempre più equilibrato e bello. È arrivata e non ha fatto male, perché Varese è arrivata a un centimetro dal vincere anche questa: solo con l’istinto, senza pensarci, con quella abitudine che ormai sta dentro le vene di questo gruppo.

Si dirà che gli occhi dei giocatori, nei primi minuti, non erano gli stessi di sempre. Si dirà che il primo quarto è stato troppo brutto per essere vero, e che troppi uomini hanno steccato (Sakota su tutti, e non è la prima volta). Dipende da quello che si vuole vedere.

A noi sono rimaste addosso altre cose: Green che suona la carica, Ere che martella il canestro, Banks che gioca con la serenità del ragazzo felice, De Nicolao che salta sulla panchina per fare il tifo. Ogni tanto, cadono anche i grandi: succede. Poi però succede che i grandi si

rialzano subito, e riprendono a camminare. Vedremo cosa succederà domenica: ma noi, sotto sotto, lo sappiamo già. Davvero non ce la vediamo, questa squadra, ad alzare bandiera bianca proprio ora che le cose iniziano a farsi interessanti. Parleremo della sconfitta di Roma, tra qualche mese: e la ricorderemo sorridendo. Francesco Caielli

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b.melazzini

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