Reguzzoni stile-Renzi «Primarie anche per noi»

VARESE «Collegi uninominali e primarie per scegliere i candidati al Parlamento». Il deputato della Lega Nord Marco Reguzzoni butta a mare il “porcellum” ideato dal suo collega di partito Roberto Calderoli e prende spunto dalle selezioni online dei candidati lanciate dal Movimento Cinque Stelle per scegliere chi correrà alle prossime politiche di primavera. «Chi non ha il consenso stia a casa»: il concetto, chiarissimo, dell’ex capogruppo a Montecitorio non fa però breccia tra i leghisti dell’ala maggioritaria “maroniana”. «In Lega c’è democrazia interna. Sbagliato scopiazzare dagli altri» lo stop del segretario provinciale Matteo Bianchi. Per lanciare la sua proposta, Reguzzoni sceglie facebook, il social network su cui Bobo Maroni e i Barbari Sognanti avevano fatto spesso affidamento per tirare le loro picconate contro il Cerchio Magico di Umberto Bossi ai tempi delle divisioni interne al partito.«La mia idea – scrive Reguzzoni commentando un “post” che invoca il ritorno al sistema maggioritario e un altro sulla “graticola” dei grillini per selezionare i candidati alle politiche – collegi uninominali e primarie per scegliere i candidati». Proposta che su Facebook divide, tra chi ricorda che «chi gridava prima ora si sente il leader senza un confronto», e chi invece ritiene che «le scelte dei candidati è giusto farle in base ai meriti conquistati sul campo».Ma che tra i dirigenti leghisti legati al segretario Roberto Maroni non trova alcun tipo

di entusiasmo, anzi. «Le nostre primarie le facciamo da tempo nelle sezioni – ribatte il segretario provinciale Matteo Bianchi – la base stila una rosa di candidati e la trasmette alla segreteria federale che prende le decisioni. Anche questo è un metodo dal basso, come peraltro le primarie per il candidato governatore che abbiamo fatto nelle piazze. Ogni proposta per migliorare la qualità dei candidati è ben accetta, ma non dobbiamo scopiazzare gli altri». Secondo Bianchi infatti «il livello di democrazia interna è già alto e ampiamente garantito, soprattutto da quando c’è il nuovo corso di Maroni. Lo stesso segretario d’altra parte in tempi non sospetti aveva prospettato un’assemblea dei militanti per stabilire le candidature alle politiche». Più netto ancora il senatore Alessandro Vedani: «Fare le primarie oggi sarebbe folle e devastante, soprattutto dopo che il confronto interno, e anche qualche scazzottata, c’è già stata con i congressi, che hanno rinnovato tutto l’establishment del movimento». L’ex sindaco di Buguggiate è molto critico nei confronti del “modello Pd”: «Preferisco il classico modello di un partito che fa la sintesi smussando gli angoli e superando le divisioni, piuttosto che il format stile Endemol che catalizza l’attenzione mediatica creando il personaggio, senza preoccuparsi poi come si tiene insieme il partito quando ci sarà da governare». E il dibattito, a questo punto, è aperto anche nella grande casa del Carroccio.

s.bartolini

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