La notizia del falso invalido della provincia di Varese che è riuscito a truffare lo Stato, e quindi tutti noi, mi induce a ripetere che questa “brava gente” riesce a delinquere, tante volte impunemente e per lungo tempo, grazie al disinteresse della classe politica e alla disorganizzazione della pubblica amministrazione, oltre per la complicità o l’incompetenza, a volte, di alcuni medici. Eppure basterebbe poco, grazie alle moderne risorse tecnologiche, per prevenire certe truffe ed eliminare quelle già in corso. Sarebbe sufficiente mettere a dialogare tra di loro i vari “cervelloni elettronici” in dotazione a tutta la pubblica amministrazione. A nessun parlamentare è mai venuto in mente di presentare una proposta di legge su questo tema ?
Martino Pirone
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Abbiamo un problema di legalità. Che consegue a un problema di moralità. Che discende da un problema di mentalità. La storia è vecchia, nasce dall’assenza d’una coscienza civile, da un rapporto d’incomprensione storica tra lo Stato e il cittadino, dal persistere d’un individualismo egoista e privo di cornice etica. La questione si medica reprimendo meglio che si può. Ma si guarisce andando oltre il parziale cerotto, provando a modificare le origini del tutto. Cioè a ricostruire un’intesa fiduciaria tra chi governa e chi è governato. Questa è la riforma di fondo che ci manca e senza la quale nessun intervento sanzionatorio è esaustivo. Chi deve realizzarla? Dobbiamo realizzarla tutti insieme, non c’è presidente del Consiglio né esecutivo, per quanto bravi e volonterosi, che possano riuscirvi. Fino a quando non prevarrà un’autocoscienza nazionale che si convinca del danno collettivo (e dunque individuale) procurato da singoli comportamenti illeciti, resteremo il Paese dei furbi e dei fessi. Con i primi che spesso la fanno franca, e i secondi che a lungo andare sono tentati d’imitarli. Più che credere nel potere salvifico di qualcuno, dovremmo cominciare a confidare nella nostra capacità di salvarci.
Max Lodi
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