Giovane, bella, mamma e artista «La mia nuova vita? Tra le capre»

La vita riserva sempre delle sorprese. Valeria Ciglia, dopo un diploma al liceo artistico, si è messa ad allevare capre e a fare i formaggi. Stalle e caseificio sono ad Azzio, vicino a Orino, nell’azienda agricola Al mulino.

«Ho iniziato a 32 anni con la convinzione che il mestiere dell’allevatore potesse conciliarsi con la mia prima occupazione: fare la mamma – racconta la giovane – Prima di pensare alle capre ho svolto altri lavoretti, ma niente di particolarmente agreste».

«Insomma, è stata una scelta che non avevo messo assolutamente in conto e a cui sono arrivata totalmente impreparata, ma con tanto entusiasmo. Oggi ho due figli che stanno diventando grandi nella natura e un’occupazione stabile».

Difficilmente chi si improvvisa agricoltore riesce a farcela da solo. In questo caso, Valeria è stata aiutata dal marito, un allevatore di bovini.

«Nel 2007, quando una stalla si è liberata, abbiamo preso la decisione di collocarvi cento capre. Sono arrivate tutte insieme e ho dovuto imparare subito ad allevarle, senza molto tempo da perdere – spiega Valeria – Una grossa mano mi è stata data anche dai tecnici che ho interpellato. Il resto ho dovuto impararlo sul campo, affrontando ogni giorno le situazioni più varie, ripartendo spesso da zero. Ammetto che il primo anno è stato drammatico proprio per le tante novità».

Con il tempo, però, sono cominciate ad arrivare le soddisfazioni. All’inizio la stalla produceva solo latte di capra, nel 2010 l’idea di cominciare a fare anche i formaggi.

Da lì la costruzione di un edificio-bio, costruito con la paglia. Sul tetto cresce l’erba, come nei giardini di Babilonia. Da lì escono caprini, formaggi freschi e stagionati, francesi con le croste fiorite e ricotta. In questa stagione anche marmellata e miele.

«È stato durissimo far digerire al Comune il progetto del bio- caseificio, malgrado fosse qualcosa di unico in Italia – commenta l’imprenditrice – Se c’è un ostacolo con cui gli imprenditori agricoli devono fare i conti è proprio la burocrazia. Gli amici mi dicono: beata te che sei sempre all’aria aperta».

Burocrazia assurda

«In realtà mungere le capre è l’ultima cosa che faccio. Ogni mattina la passo attaccata al computer per gli adempimenti burocratici. In certi periodi dell’anno avere a che fare con tutte queste carte è doppia fatica».

E poi c’è la solitudine da parte delle istituzioni. «La politica non ci aiuta – conclude Valeria – Il nostro lavoro viene dato per scontato. Quasi noi fossimo qualcosa di poco remunerativo per l’immagine. Eppure siamo noi i “guardiani” del territorio. Se noi non ci fossimo, il territorio si trasformerebbe e cambierebbe, sicuramente in direzione di una maggiore cementificazione».

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