VARESE Rubavano identità di comuni cittadini e agenti della polizia penitenziaria per farsi finanziare l’acquisto di vetture in pronta consegna: truffa scoperta dalla polizia penitenziaria di Varese. In due sono finiti in manette su ordinanza di custodia cautelare in carcere chiesta dal pubblico ministero Tiziano Masini: in manette Oreste De Falco, 47 anni, e Raffaele Coletti, 40 anni, entrambi napoletani entrambi maghi della truffa con precedenti alle spalle. Coletti addirittura, è riuscito a gestire gli affari per un periodo mentre era ai domiciliari.
L’indagine parte nell’ottobre 2010: «Quando – ha spiegato il commissario Alessandro Croci, comandante della polizia penitenziaria di Varese – I due utilizzarono la busta paga falsificata di un nostro vero agente per l’acquisto di una vettura in pronta consegna in una concessionaria della zona». De Falco e Coletti, si scoprirà poi, erano in possesso di un super database contenente dati estremamente privati appartenenti a cittadini e agenti. Dati impossibili da reperire su internet; compresi i numeri di matricola (oltre a nomi, cognomi e luoghi di lavoro) di appartenenti al corpo di polizia penitenziaria in servizio in ogni parte d’Italia.
«L’errore commesso in quell’occasione dai due fu di giocare d’anticipo – ha spiegato Croci – All’epoca il ministero aveva appena cambiato i modelli per le nostre buste paga. Il cambio sarebbe entrato in vigore da lì a un mese. Loro hanno usato il nuovo modulo e dalla concessionaria è scattato un accertamento». L’agente, ovviamente, non aveva nulla a che fare con l’acquisto. Da lì, attraverso intercettazioni e tabulati telefonici, la penitenziaria di Varese ha ricostruito le mosse dei due esperti di phishing.
«Falsificavano tutto in modo perfetto – ha spiegato Croci – Carta dei servizi, documenti di identità, buste paga, ma anche sim card che poi utilizzavano per le truffe. Uno dei due entrava nella concessionaria, dichiarava di avere l’auto guasta e di volerne acquistare una in pronta consegna. Quindi consegnava tutta la falsa documentazione». Due le truffe riuscite: una a Gallarate (l’auto è stata mandata all’estero), l’altra a Trecate (l’auto è stata venduta più volte sino a farne perdere le tracce). Trenta le truffe tentate tra Lombardia (in provincia a Tradate, Germignaga, Mesenzana, Olgiate Olona e Saronno), Piemonte e Toscana. «Se la finanziaria impiegava più di 48 ore a concedere il finanziamento – ha detto Croci – I due sparivano temendo accertamenti troppo approfonditi». Resta da capire dove i due abbiano preso il database.
b.melazzini
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