Gallarate, firma con Exodus C’è l’accordo con don Mazzi

C’era anche uno spumeggiante don Antonio Mazzi questa mattina in sala giunta per la firma dell’accordo tra la Fondazione “Exodus” e Palazzo Borghi per la gestione di Villa Calderara. «Siamo qui da quindici anni e non siamo mai riusciti ad avere un’abitazione decente. Questo è davvero un regalo», ha sottolineato il fondatore della comunità di recupero. Consapevole, però, del fatto che «lo paghiamo», ha aggiunto con un sorriso.

I dieci anni di affitto saranno in realtà compensati dai lavori di ristrutturazione a carico della Fondazione, che ricaverà anche due alloggi di emergenza che rimarranno a disposizione dei Servizi sociali, rappresentati oggi dall’assessore Margherita Silvestrini. All’interno dell’immobile si svolgeranno attività educative e di prevenzione alle dipendenze rivolte a ragazzi, genitori e insegnanti. Non più l’avviamento al lavoro di ex tossicodipendenti, che tanto aveva fatto infuriare i residenti della zona. «Per noi è normale avere dei pasticci, mi meraviglierei se non li avessimo», ha commentato a proposito il sacerdote, «ma ne abbiamo avuti di peggiori: quando stavamo al parco Lambro hanno cercato di farmi fuori tre volte». «Conoscevamo l’attività di Exodus, che è sempre stata condivisa ed appoggiata dai gallaratesi», ha aggiunto il sindaco Edoardo Guenzani. Sottolineando che il parco della villa «diventerà un elemento di integrazione: non sarà chiuso, ma aperto per unire le attività svolte dalla Fondazione e la città».

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