Palazzi chiusi, mentre il Paese non ne può più

Deputati del Pdl chiedono conto a Monti di alcune dichiarazioni in merito alle “conseguenze umane della crisi”. La prima reazione è stato di pensare come è possibile che si ritenga accettabile che qualcuno accusi il Governo di essere responsabile delle tragedie umane di cui leggiamo tutti i giorni ma inaccettabile che il Presidente del Consiglio evidenzi che la situazione disastrosa l’ha trovata e non creata. I deputati del

Pdl che hanno firmato il documento si sono forse già dimenticati che è stato il Governo Berlusconi a impegnarsi per il pareggio di bilancio nel 2013: come avrebbero fatto? I partiti si rifiutano di vedere il senso di disgusto della gente verso un certo modo di intendere la politica e ho timore che continuando su questa strada il Movimento 5 Stelle, novello Davide, spazzerà via il gigante Golia.

Laura Eliani

Discutere ancora del passato serve a poco. Serve riflettere sul presente. Guardare soprattutto al futuro. Essere realisti. Prendere le misure necessarie, usare umanità nel renderle esecutive. Smetterla di scaricare le responsabilità. Ancora l’altra sera, durante un dibattito televisivo, alcuni leader dei partiti tradizionali hanno evidenziato una stupefacente distanza dalla quotidianità: è come se vivessero rinchiusi nel loro palazzo, senza mai uscirne.
Hanno perduto il collegamento con la società, non si rendono conto di quale sciocchezza sia bollare d’antipolitica la protesta che circola in ogni angolo del Paese e alla quale il grillismo ha dato uno sfogo e una speranza. Il grillismo non sarà la soluzione di tutti i mali, però è la denuncia dei medesimi, arrivati a un livello insopportabile: chi può negare questa verità? Basterebbe qualche segnale concreto (la riforma elettorale, il taglio dei parlamentari, la limitazione del numero di mandati, la riduzione della pletora di enti e sottoenti locali) per riavvicinare la gente alle istituzioni.
Non capirlo è avvilente, prima che irritante. E copre sotto una cappa grigia la nostra faticata quotidianità.

Max Lodi

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