Una marcia contro la crisi Gli studenti bloccano la città

«Non chiediamo diritti, ci riprendiamo tutti. Le scuole sono nostre». Scritto in bianco su un lenzuolo nero, è questo il messaggio che compariva in testa al corteo che ieri mattina ha attraversato le vie della città. Creando, peraltro, non pochi problemi al traffico.

Auto letteralmente paralizzate in piazza San Lorenzo intorno alle 9.20, quando i circa quaranta ragazzi presenti al concentramento di fronte alla biblioteca hanno deciso di muoversi, occupando la rotatoria.

E dando il via a scene di panico da parte degli automobilisti in coda diretti in stazione: chi ha posteggiato nel primo posto libero ed ha iniziato a correre, chi ha letteralmente abbandonato la vettura lasciando le chiavi a qualche commerciante della zona, con la richiesta di posteggiarla meglio non appena la situazione fosse tornata alla normalità.

E, in effetti, dopo pochi minuti, e un paio tra fumogeni accessi e petardi scoppiati, i ragazzi si sono messi in moto dirigendosi verso il centro attraverso via Cavour. Da qui la manifestazione si è diretta verso l’istituto “Sacro Cuore”, quindi in direzione del sovrappasso della Mornera per fare tappa al campo popolare autogestito di via Forze Armate.

Qui è andata in scena l’assemblea durante la quale si è discusso dei temi che hanno portato alla convocazione della manifestazione. Una mobilitazione dal significato prima di tutto politico, legato alle «manovre economiche» che «soffocano le fasce più deboli e sfruttate della popolazione», come si legge in un volantino affisso sui muri della città. Una politica accusata di cercare «innumerevoli compromessi solo per continuare a conservare il proprio posto in Parlamento», mentre la crisi impera.

«Anche quest’anno, tornando sui banchi di scuola, ci siamo dovuti confrontare con altri aumenti: il prezzo dei trasporti pubblici, dei libri, delle tasse scolastiche». Così che «il peso sostenuto dalle nostre famiglie si fa sempre più grave».

Insomma, «i soldi per la scuola sono sempre meno, mentre non mancano mai i finanziamenti a opere faraoniche ed inutili, come la Tav e l’acquisto degli F35». Queste, dunque, le istanze della manifestazione che è poi tornata in piazza San Lorenzo, ingrossandosi lungo il percorso.

Al punto che alla fine erano circa un centinaio i ragazzi e le ragazze arrivate di fronte alla biblioteca. Tutti d’accordo sulla linea decisa dall’assemblea: quella di ieri mattina è solo la prima di una serie di mobilitazioni.

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