Province, il parlamento fa saltare la proroga dei commissariamenti: scadrà il 31 dicembre e in primavera si potrebbe tornare alle urne.
«Arriva il commissario di governo? Meglio spendere in fretta tutti i soldi per evitare che possano finire a Roma» annuncia l’attuale commissario straordinario Dario Galli.
Ieri in parlamento si è discusso il tema dei commissariamenti delle province nell’ambito del decreto sul femminicidio.
Il governo aveva accolto la richiesta della maggioranza Pd-Pdl di eliminare l’articolo della legge che prorogava dal 31 dicembre 2013 al 30 giugno 2014 i commissari politici, per dare più tempo alle Camere per completare l’iter del disegno di legge di riordino degli enti territoriali presentato dal ministro .
Il tentativo del Movimento Cinque Stelle di ripristinare la proroga, al preciso scopo di evitare il rischio di far tornare alle urne gli enti già scaduti (come Varese) o in scadenza, è stato sonoramente bocciato tra le polemiche dei grillini, che hanno chiesto agli altri partiti di «dichiarare che non parteciperanno alle prossime elezioni provinciali, se davvero sono per l’abolizione delle province».
Così il quadro che si presenta in questo momento vede i commissari, tra cui il nostro Dario Galli, in scadenza al 31 dicembre 2013, mentre il parlamento in questo breve lasso di tempo di due mesi e mezzo dovrebbe approvare la legge di riordino per abolire definitivamente le province, come promesso dal presidente del consiglio istituendo degli enti di area vasta di secondo livelli, quindi senza l’elezione diretta.
Possibile? In realtà non ci crede nessuno, perché sull’argomento le posizioni all’interno della maggioranza sembrano così variegate da rendere poco plausibile un iter serrato del provvedimento, che sta iniziando in questi giorni la discussione in commissione.
Così lo scenario più probabile diventa quello di un ritorno al voto in primavera anche in quelle province attualmente nel limbo della riforma, come Varese.
Stando così le cose, a meno di ulteriori interventi nella legge di stabilità (la stessa che lo scorso anno aveva fissato la scadenza dei commissariamenti al 31 dicembre 2013), dal primo gennaio dell’anno prossimo Dario Galli cederebbe il posto ad un commissario non politico di nomina governativa che traghetterebbe Villa Recalcati al voto.
«Si occuperebbe soltanto di ordinaria amministrazione – lancia l’allarme l’attuale numero uno leghista – con il rischio che, se dovesse trovare dei soldi non spesi e messi da parte potrebbe impacchettarli e spedirli a Roma, dove hanno sempre un gran bisogno del denaro risparmiato dagli enti virtuosi del Nord».
© riproduzione riservata