Il carcere di via per Cassano è l’emblema del “no” del Movimento Cinque Stelle all’amnistia e all’indulto. «A Busto Arsizio ci sono tre o quattro detenuti per cella ma anche un intero padiglione nuovo e moderno completamente vuoto» sostiene il deputato grillino di Varese Cosimo Petraroli, che nei mesi scorsi ha visitato la Casa Circondariale di via per Cassano insieme
agli altri eletti varesini, a Roma e in Regione, del Movimento. Il riferimento è al reparto destinato alle persone con disabilità motorie, completamente arredato e pronto all’impiego da circa sei anni, ma mai attivato per mancanza di personale medico, infermieristico e per intoppi burocratici in quanto non si capisce quale ente amministrativo si debba accollare i costi del personale.
Per i grillini è l’emblema di un’inefficienza del sistema carcerario che non può essere risolta con un colpo di spugna. Secondo la senatrice a Cinque Stelle Laura Bignami, «l’amnistia e l’indulto, come la storia ci insegna, non possono essere la soluzione del problema carcerario italiano. Non possiamo accettare soluzioni tampone, occorre analizzare il problema per risolverlo nel lungo termine, attraverso soluzioni strutturali».
Quelle che propone il Movimento Cinque Stelle, che ha presentato in Parlamento «un piano carceri che non prevede la costruzione di nuove strutture, ma la ristrutturazione di quelle esistenti e il recupero funzionale degli spazi mal gestiti. Il piano, se adottato, creerebbe 22.000 posti in più, ad un costo di 40 milioni di euro, la metà di quanto previsto dal vecchio piano
carceri». Tra gli interventi previsti nel piano c’è anche l’attivazione dell’ala vuota del carcere di Busto Arsizio, come spiega lo stesso Petraroli: «il piano si basa su una ricerca svolta dalla commissione giustizia considerando la ristrutturazione dell’esistente e utilizzando migliaia e migliaia di metri quadri di padiglioni esistenti e mai utilizzati, come il caso di Busto Arsizio».
Busto Arsizio
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