VARESE «L’indagine sulla benzina deve rimanere a Varese». Il Codacons non si arrende: ricorso al tribunale del riesame contro l’incompetenza dichiarata dal gip. Lunedì l’udienza davanti al giudice varesino Ottavio D’Agostino: dovrà decidere se lasciare l’indagine alla procura varesina oppure confermare il provvedimento del gip Giuseppe Battarino che ravvisando «gravi indizi di colpevolezza a carico delle compagnie petrolifere», come si legge nel provvedimento, ha ordinato il trasferimento degli atti a Roma e Milano per ragioni di competenza territoriale. Il Codacons si è però opposto alla decisione: «la “non territorialità” – sostiene l’associazione dei consumatori italiani nel suo ricorso – non è applicabile alla fattispecie in esame, trattandosi di un sequestro probatorio ed essendo presenti anche sul territorio di Varese moltissimi
automobilisti truffati, parti lese o danneggiati dal reato». Il gip, infatti, era intervenuto quando la procura aveva chiesto i decreti necessari ad operare i sequestri dei contratti di acquisto dei carburanti. La guardia di finanza di Varese è infatti quasi giunta al termine dell’indagine coordinata dal sostituto procuratore Massimo Politi. Secondo l’ipotesi accusatoria le sette principali compagnie petroliferi sarebbero imputabili di aggiotaggio e truffa aggravata ai danni di milioni di consumatori. Per la procura avrebbero fatto cartello affinché il costo del carburante non scendesse mai. Per il gip i reati si sarebbero consumati all’interno dei consigli di amministrazione delle compagnie (con responsabilità da individuare ai vertici dei vari cda) che però hanno sede a Roma e Milano.
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s.bartolini
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