Sarah Tisba ha 24 anni e la musica le è entrata per osmosi fin da bambina, quando mamma e nonni ascoltavano le opere in disco nei pomeriggi di domenica, e così a 11 anni arrivarono le lezioni di pianoforte e il primo approccio con il canto.
Allora non pensavo che questa sarebbe stata la mia attività futura: finita la scuola europea partii per Parigi, per frequentare il biennio di filosofia propedeutico alla scuola Normale francese. Finito il periodo, però, mi resi conto che quella non era la mia strada, ritornai in Italia e rimasi folgorata dall’ascolto di un cd del soprano Nathalie Dessay. Capii che avrei dovuto affidare la mia vita alla musica.
Sì, allora m’incuriosiva il folk, poi incominciai a studiare con Rossella Liberti, che in sei mesi mi preparò per l’ammissione al conservatorio di Como. Ora sono al quarto anno e mi sono trasferita là. Però, a 14 anni, ho cantato perfino il rock, brani di Van Halen e dei Deep Purple. Stranamente mi proponevano ruoli maschili, forse per il mio carattere deciso.
Uno su tutti, ma è banale, la Callas, attrice e cantante dalle dieci voci diverse, un fenomeno. Poi Renata Scotto, ai cui dischi mi affido quando devo studiare brani nuovi. Mi piace molto anche Anna Moffo, per l’eleganza e la bellezza, e ammiro la Damrau, l’ultima “Traviata” alla Scala, ma soprattutto nel repertorio tedesco. Tra gli uomini il preferito è il tenore Franco Corelli, per la voce adamantina e la bellezza statuaria, ma anche il baritono Erwin Schrott, marito di un’altra stella, Anna Netrebko.
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