VARESE I cori e l’energia dello stadio Olimpico di Roma sono famosi in tutta Italia. Ma tra tutti i romani che amano il calcio ce n’è uno che alla Lazio (di cui è simpatizzante) e alla Roma preferisce il biancorosso e che urla «forza Varese» nella Capitale, tanto che oggi sarà in tribuna al Franco Ossola per la partita contro il Cittadella.Il romano in questione si chiama Fabrizio Moroni. Il cognome diffuso alle nostre latitudini non deve ingannare, perché Fabrizio è nato, cresciuto e sempre vissuto a Roma, dove è impiegato in un’azienda. Non ha mai messo piede nella Città Giardino prima di giovedì, quando insieme alla sua famiglia ha preso il treno per venire a incoraggiare la squadra del cuore nella sfida contro i veneti, decisiva per conquistare i playoff. E se gli si fa presente che quest’anno «nella squadra manca il gruppo» – citando una critica lanciata dall’attrice super tifosa Sarah Maestri ieri sulle pagine del nostro giornale – Moroni risponde: «Il mio amore per il Varese nasce proprio dal fatto che, ogni tanto, perde, retrocede, ma poi riesce sempre ad alzare la testa. Tante volte è stato a un soffio della vittoria, tanto che mi sono chiesto come fosse possibile poi subire una sconfitta in tronco. Ma poi, non è proprio nei periodi difficili che bisogna ritrovare il coraggio? Quindi, oggi più di ieri e più che mai, forza
Varese».Moroni non può dimenticare Beppe Sannino che «caricava il gruppo come pochi allenatori sanno fare». «Il Varese di Sannino aveva un gioco perché l’allenatore sapeva trasmettere alla squadra il suo carisma con le parole e con i fatti – continua Moroni – Sul nuovo tecnico, Andrea Agostinelli, non riesco a dire nulla perché è appena arrivato. Ma sono talmente tifoso, che se il Varese dovesse giocarsi la serie A contro la Lazio, io tiferei il Varese. Cosa che ho fatto già il 6 giugno 1982, quando i biancocelesti scesero in campo per evitare la prima retrocessione della storia in C, sfidando un Varese con un piede già in serie A». Quel giorno i biancorossi persero 3-2 su tre calci da fermo (inventati?) dall’arbitro Agnolin dopo avere condotto 2-0. «Avevo 18 anni e mi sono emozionato a vedere il Varese dominare all’Olimpico, e poi lasciare il campo alla Lazio, con un crollo emotivo incredibile che fu oggetto delle più svariate leggende» continua Moroni. Da tutto ciò, la voglia di vedere il Varese giocare dal vivo, nel suo stadio. Un desiderio condiviso con il figlio Matteo, il cui idolo è Giulio Osarimen Ebagua. Ed è proprio da Matteo, che ha 14 anni, che arriva una richiesta particolare: «Secondo voi potrebbe essere possibile avere una sua maglietta?». Naturalmente guai se una cosa come questa si sapesse a Roma, dove l’idolo incontrastato è Totti.
Il servizio completo sul giornale in edicola sabato 27 aprile
s.bartolini
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