Gallarate – È alle donne, alle mamme come «scuola dei bambini della famiglia», come fondamento della «società nell’educare i bambini» che va il pensiero nella riflessione che segue la preghiera della comunità musulmana in via Pacinotti. Dove ieri mattina, attorno al tendone che per un mese ha ospitato il Ramadan gallaratese, si sono raccolte circa duemila persone per celebrare “Id al-Fitr”. La festa conclusiva, di “rottura” del digiuno.
Riflessione che ha ribadito il tema centrale dell’educazione dei giovani alla giustizia e alla pace, tema su cui, inglobando cristiani e musulmani, si è incentrata anche l’attenzione del messaggio augurale per la fine del Ramadan del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso.
«La riflessione – spiega Hamid Khartaoui, portavoce della comunità islamica gallaratese – ha riguardato anche il valore della preghiera come legame con Dio, l’augurio che i giovani siano nel Paese ambasciatori nel presentare il vero Islam, fatto di amore e fratellanza e l’importanza dell’aiuto ai poveri». Quegli stessi poveri ai quali, all’interno della comunità musulmana, è destinato quanto raccolto con la “zakat” del Ramadan, gesto di “purificazione” della propria ricchezza in forma di aiuto solidale ai più svantaggiati.
E un pensiero nella preghiera, ieri, attorno al tendone di via Pacinotti, è andato anche alla Siria.
È la prima volta che la comunità musulmana gallaratese celebra la festa di rottura del Ramadan in via Pacinotti. Ha ricevuto anche la visita di don Franco Carnevali e di don Carlo Manfredi, parroco di Madonna in Campagna, accanto al cui santuario è il terreno sul quale i musulmani hanno potuto montare il tendone per pregare. Hanno portato la copia del messaggio del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso e la lettera di accompagnamento del cardinale Angelo Scola.
«Cristiani e musulmani – scrive l’arcivescovo di Milano – sentono oggi la comune responsabilità di fronteggiare una mentalità diffusa che intende svuotare la vita dai contenuti religiosi. Invece giustizia e pace non crescono se non si concepiscono come la risposta a una chiamata divina. Insieme dobbiamo cercare di smentire chi accusa la religione di fomentare disordini,
guerre, razzismo e inciviltà. Per questo occorre smascherare chi, strumentalizzando la fede, spinge i giovani all’odio e alla violenza verbale, morale e fisica».Tra i presenti, l’assessore alla Partecipazione democratica Cinzia Colombo. «È una bella giornata – nota – in cui Gallarate si dimostra essere città e cittadinanza che sa accogliere, conoscere, arricchirsi delle diversità, attiva e democratica».Sara Magnoli
p.rossetti
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