VARESE Renzo Arbore sarà al Teatro di Varese di piazza Repubblica mercoledì 8 maggio con “l’Orchestra Italiana”, alle 21. E non si fa in tempo a fare la prima domanda che lui sta già parlando di Varese… «Già Varese. Ci torno dopo tantissimi anni, quelli in cui facevo Carosello e lì venivamo a girare gli spot per la Marzotto. Ricordo le ville di Varese dove organizzavano finte feste ma tutto doveva essere vero e fresco. Sembrava un film di Visconti e facevamo questo spot che qualcuno ricorderà in cui noi dovevamo fare i bravi presentatori e dicevamo “naturalmente se vesti Marzotto…”». E poi cos’altro su Varese? Il negozio di scarpe davanti alla mia casa d’infanzia si chiama Varese ancora oggi e si nomina spesso a Foggia, si dice “ci vediamo davanti a Varese”. Ora arriva con il suo spettacolo proprio qui. Adesso vengo a espugnarla dal
punto di vista artistico. E sarà un’impresa in una città così del nord con una buona parte di canzoni napoletane, è sempre un compito impegnativo per me. Lo faccio volentieri, perché le canzoni napoletane che propongo sono tratte dal repertorio di Roberto Murolo e sono melodie e poesie bellissime che forse dovrò spiegare un poco di più a Varese per farne comprendere la bellezza straordinaria. Cosa dobbiamo aspettarci? Ormai la mia orchestra è diventata di spettacolo, non faccio solo canzoni napoletane, ma anche canzoni italiane, quelle della mia televisione o popolari che a me piacciono molto, un po’ swing, e dei tuffi nell’esotico che abbiamo scoperto andando in giro per il mondo, i ritmi latino-americani che si sposano benissimo con la canzone italiana, con quella napoletana e con le mie canzoni, basta pensare a “Ma la notte no” che è una specie di mambo.
L’intervista completa sul giornale in edicola domenica 28 aprile
s.bartolini
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