VARESE Caro Rosati, caro Montemurro e caro Milanese, una richiesta ci sale dal cuore: non datela vinta a chi sta aspettando l’ultima ora per strappare al Varese il gioiello più luminoso della sua storia giocando furbescamente al ribasso.
1) De Luca non merita una squadra che se lo porti via in saldo, come un qualunque pacco di Natale fuori stagione, ma si merita qualcuno che creda davvero in lui: e se ci crede, non aspetta la campanella finale dopo avere avuto due mesi di tempo ma, soprattutto, spende il giusto senza proporre offensivi scambi, prestiti, diritti o controdiritti di riscatto. Se la Juve ha pagato più di dieci milioni Giovinco, De Luca non ne vale uno e mezzo o due ma almeno il doppio. E, sotto i tre, è una presa per i fondelli.
2) Il Varese non merita di essere preso alla gola da chicchessia, anche se questo qualcuno si chiama Real Madrid. Non siamo fessi e sappiamo benissimo che la sopravvivenza della società si basa sul lancio e la vendita dei suoi talenti (anche l’Udinese fa così, non c’è niente di male, anzi si danno lezioni a chi compra le figurine come lo Spezia oppure giocatori e squadre fatte da altri). Ma di fronte al giovane varesino forse con più talento mai cresciuto e lanciato dal Varese, una
cessione o una conferma può restare impressa a caratteri cubitali nella storia, anche di chi lo vende, cambiandola per sempre. E per questo non dev’essere concessa nessuna possibilità a un’Atalanta, a un Parma o a un Catania disposti a mercanteggiare al ribasso e a spendere a rate. Tanto vale compiere un sacrificio oggi e aspettare un altr’anno, quando gli undici gol segnati saranno raddoppiati, e ci sarà la fila fuori dalla sede biancorossa. Se non credessimo che davvero raddoppieranno, saremmo i primi a non credere in lui.
3) Se la faccia di De Luca in questo precampionato non è stata quella dei giorni migliori, pensiamo noi a fargliela cambiare. Senza chiedergli di essere una persona diversa, migliore o peggiore, da quella che è perché lui resterà sempre una zanzara: la sua forza è l’odore del sangue e la puntura a tradimento, non gli si chieda l’astuzia della volpe o l’affetto dei delfini. Magari per cambiargli faccia servirà anche un ingaggio da prima stella biancorossa, e non ultima o penultima, ma è un problema che ci porremo dopo le ore 19 di venerdì, quando chiuderà il mercato. Quando cioè Rosati, Montemurro e Milanese avranno fatto capire a tutti, con le buone o le cattive, quanto vale per loro, per noi e per tutti Giuseppe De Luca.
Andrea Confalonieri
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