Mi stanno assalendo forti dubbi sul Governo tecnico Monti. Una situazione insostenibile ha portato alle dimissioni del premier affinché le redini della politica passassero a una guida tecnica: sembrerebbe quasi un disegno voluto e ben architettato. Infatti con un Governo tecnico di larga maggioranza è facile votare leggi e leggine impopolari – che sarebbero state scomode emanate da un Governo politico in vista delle elezioni – e portare l’Italia fuori dalla crisi toccando (ovviamente) stipendi e pensioni del “volgo” ma non quelle dei
politici e di chi vive di politica. Ora è prematuro giudicare, staremo a vedere. Di fatto con una larga maggioranza tutti i partiti si sentono in una botte di ferro qualsiasi cosa possa accadere. La Lega Nord all’opposizione crede di salvarsi la faccia e i futuri voti, ma si dimentica le nefandezze che ha votato per il salvataggio di Berlusconi. Ma il “volgo”, cui io appartengo, ha buona memoria e non ha le fette di salame sugli occhi. Ci vediamo alle prossime elezioni!
Roberto Mangoni
Bolladello di Cairate
Non c’è stato alcun disegno, nessun architetto si era messo da tempo all’opera, nessun potere sconosciuto, forte o meno forte, aveva brigato per destituire chi comandava e subentrargli. Sono stati i fatti, purtroppo disastrosi, a imporre questa soluzione governativa d’emergenza. É vero che l’esclusione dalle leve di comando gioverà ai partiti: permetterà il varo di leggi che essi non avrebbero mai varato in condizioni normali. Gli consentirà anche di rinnovarsi, se il lume della ragione
li indurrà a farlo, avvicendando con una nuova generazione quella vecchia e fallimentare. Peraltro i partiti saranno pienamente responsabili delle misure prese da Monti, dato che le dovranno votare in Parlamento. Quindi nessuna fuga dalla realtà, e invece (finalmente) un coinvolgimento nella realtà. Anche la Lega dovrà fare i conti con gli esiti di questa svolta epocale: dire di no a tutto non basterà per farsi dire di sì dall’elettorato padano alla prossima chiamata alle urne.
Max Lodi
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