Tre autori di grido si raccontano Il palco della Ubik si tinge di giallo

Tre scrittori in cima alle classifiche di vendita e di gradimento del pubblico, capaci di appassionare con i loro gialli e di aggregare intorno ai protagonisti delle loro storie fans di tutte le età. Venerdì sera alla Ubik di Busto Arsizio il motivo del successo di Roberto Costantini, Maurizio De Giovanni e Gianni Biondillo è apparso chiaro: “tre tenori” della letteratura italiana che hanno affascinato e divertito il pubblico spiegando, sotto la guida sapiente della giornalista della Provincia di Varese Sara Magnoli, come sono nate le opere che stanno incontrando i favori del pubblico italiano.

Lo hanno fatto con una leggerezza e una capacità di intrattenimento pari solo alla complessità e alla profondità delle storie che narrano. Storie diversissime tra loro, sia come lunghezza (si va dalle circa 70 pagine di “Nel nome di Dio” di Biondillo uscito come e book del Corriere della Sera e poi pubblicato anche nella versione cartacea per Guanda, alle quasi 700 di “Alle radici del male” di Costantini, edito da Marsilio) sia come ambientazione, in grado comunque di rendere con grande acutezza tre spaccati dell’Italia contemporanea grazie al racconto, tenendo sullo sfondo i controversi rapporti tra l’Italia e la Libia di Gheddafi, delle vicende del commissario Michele Balistreri, ma anche delle intricate inchieste dei “finti sfigati” del commissariato di Pizzofalcone (protagonisti di “Buio” di De Giovanni, pubblicato da Einaudi, e dell’increscioso omicidio di una maestra elementare tema del racconto lungo di Biondillo.

Ad assistere alla loro presentazione un folto pubblico che ha letteralmente gremito la sala conferenze della Ubik, e che ha gradito l’acutezza delle osservazioni degli scrittori, mai pedanti, capaci, anzi, di un’ironia e di un’autoironia eccezionali, tempestando di domande gli autori.

A. Ped.

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